E’ morto Gianni “monea”, una vita in centro città
Stroncato da un malore in casa, Giovanni Vianello aveva 64 anni. Appassionatissimo di basket e rugby, aveva cominciato a frequentare la cittadella sportiva della Ghirada, venendo subito letteralmente “adottato” dai cestisti e dai Leoni targati Benetton

Era sempre in giro, volto divenuto familiare a chiunque frequentasse la piazza ed il centro storico di Treviso.
Però non lo si vedeva più da un po’ di tempo, Giovanni Vianello – ma solo all’anagrafe, era per tutti Gianni “monea” o Gianni “radioina” – perché le sue condizioni di salute si erano aggravate, e non poteva più girare la città come avrebbe voluto continuare. Anche il suo fisico massiccio era un ricordo, ormai. E martedì 9 dicembre è spirato, per un malore fatale, nella sua abitazione di via Cornuda, vicino ai laghetti Biasuzzi. Vani i soccorsi, allertati dalla sorella che era andata a trovarlo.
Aveva 64 anni. Un personaggio che non faceva mal e a nessuno, ma che fermava tutti – a cominciare dall’allora sindaco Gentilini – per chiedere il fatidico euro (prima, mille lire).
Già a 18 anni si erano manifestati i primi disturbi, per Gianni, da allora sempre seguito dai servizi dell’Ulss trevigiana.
Appassionatissimo di basket e rugby, aveva cominciato a frequentare la cittadella sportiva della Ghirada, venendo subito letteralmente “adottato” dai cestisti e dai Leoni targati Benetton. E a lui, il ruolo di mascotte piaceva moltissimo.
Vasto il cordoglio in rete e negli habituès della piazza, ma anche nei locali dove si recava. E diversi ricordi anche in rete: «Fate dar tutti i euro del Paradiso», «domandaghe e monee a San Piero co te rivi». E ancor: «Un’ altra pietra miliare di Treviso che se ne va».
Gianni lascia le sorelle Annalisa e Monica, i cognati, gli amati nipoti, le zia Carla, Laura e Paola, gli altri aprenti. Venerdì 12 dicembre l’addio, nella chiesa di Monigo, alle 10.30. I familiari non chiedono fiori, ma offerte a favore dell’associazione Casa famiglia di Nazareth. —
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