Morto dopo lo sballo Chiesto un milione per la fine di Pontin

di Sabrina Tomè
ISTRANA
Un risarcimento record da 1 milione 200 mila euro quello chiesto dalla famiglia di Damiano Pontin, il trentunenne di Sala di Istrana morto il 23 marzo dell’anno scorso dopo essere stato lasciato sotto casa in auto dall’amico ventiseienne di Istrana Daniele Astero. I due avevano trascorso la serata insieme consumando droga e alcol. I parenti si sono costituiti parte civile nel processo a carico di Astero che è alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo. L’altra mattina in tribunale a Treviso si è tenuta la prima udienza, subito rinviata, a carico del giovane. La difesa, rappresentata dall’avvocato Stefania Bertoldi, respinge con forza le contestazioni della Procura. E lo fa forte della relazione del consulente di parte, il dottor Marco Balducci. La consulenza, spiega il legale, parla chiaro: quando Daniele Astero lasciò l’amico Pontin in auto sotto casa non poteva sapere che di lì a poco sarebbe deceduto. E non poteva minimamente intuire che quello che lui riteneva fosse un innocuo russare era in realtà il rantolo che precede la morte. Per il dottor Balducci ci voleva una specifica competenza medica per riconoscere nel comportamento di Pontin i sintomi di un grave problema fisico. Tanto più che altri, prima di Astero, avevano notato l’andamento incerto del giovane, senza preoccuparsi o dare l’allarme. In particolare il video registrato dalle telecamere nel bar dove i due giovani si erano fermati, mette in evidenza come Damian Pontin abbia avuto un cedimento e si sia appoggiato al bancone per non finire in terra. Eppure nessuna delle persone che ha assistito alla scena ha pensato di chiamare l’ambulanza, sottolinea l’avvocato Bertoldi. Nella prossima udienza, dunque, le parti si darenno battaglia a suon di consulenze (quella del pm Valeria Sanzari è stata firmata dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto).
Damiano Pontin era stato trovato morto nella sua auto dalla madre la mattina del 23 marzo 2010. Il 31enne aveva trascorso la notte con l'amico Daniele Astero in giro per locali e sniffando eroina. Astero, secondo le ricostruzioni, aveva poi accompagnato l'amico a casa lasciandolo agonizzante dentro l'auto, senza chiamare i soccorsi. La madre della vittima ha scritto una lettera aperta sull’accaduto: «Damiano non aveva mai fatto uso di sostanze prima di quella maledetta sera, che è stata la prima e purtroppo anche l'ultima volta». Determinanti nella formulazione dell'imputazione nei confronti di Astero sono stati i risultati dell'esame tossicologico sul corpo di Damiano Pontin: se l'autopsia aveva appurato che il giovane morì a causa di un edema polmonare provocato dall'assunzione di un mix fatale di droga e alcol, gli esami tossicologici rilevarono che il giovane si trovava già in stato comatoso alle 22.30 quando i due amici erano al bar, cinque ore prima del decesso avvenuto alle 3.30.
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