Morìa di pesci in un corso d’acqua a Gorgo Cantine e aziende ancora sotto accusa

L’ALLARME
Ancora una strage di pesci durante il periodo della vendemmia: l'ultimo episodio ieri mattina a Gorgo al Monticano. Almeno cinque i casi in pochi giorni nella Marca: Oderzo, Motta di Livenza, Valdobbiadene e infine Gorgo e Farra. I vigili del fuoco di Motta sono interveniti in uno dei canali di scolo delle acque piovane nei pressi della zona industriale, allertati ancora una volta dai pescatori della zona. «Questa mattina uno dei miei clienti mi ha raccontato che una parte del canale presentava una colorazione scura e che vi erano dei pesci morti - spiega Omar Toffolo, titolare di un negozio di pesca della zona e pescatore - ho dunque allertato i vigili del fuoco. Il canale sembra essere inquinato. È una zona in cui solitamente non si pesca e l'acqua è sempre bella trasparente, ora è nera».Sul posto gli operai del Comune hanno raccolto diversi pesci morti, soprattutto carpe e lucci. «La Fipas, Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee e la Provincia negli anni passati hanno speso dei soldi per cercare di ripopolare la specie del luccio nei nostri canali. È un pesce che negli anni è venuto a mancare a causa dell'inquinamento. Sono state spese delle risorse per l'ambiente, soldi pubblici, soldi dei pescatori per salvaguardare una specie che viene annientata in questo modo» ha spiegato indignato Toffolo. I vigili del fuoco intervenuti hanno inserito nel canale una serie di barriere nella speranza di fermare la sostanza inquinante. Giunta sul posto l'Arpav per la raccolta di campioni e la misurazione dell'ossigeno, che è risultato essere molto basso. Tra le possibili ipotesi di quanto accaduto vi è lo sversamento di una sostanza nociva (forse scarichi di cantine) che ha tolto ossigeno alla fauna ittica provocandone la morte.
Il caso diventa anche politico. «Ancora sversamenti illegali nei fiumi e pesci che continuano a morire. È un fenomeno che si ripete a ogni stagione vitivinicola: la Regione ha intenzione di agire per scoprire i responsabili e, comunque, di svolgere un’efficace azione preventiva visti i cospicui finanziamenti destinati al settore?»: è la richiesta di Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, contenuta in un’interrogazione sugli ultimi episodi accaduti nella Marca, nel fiume Monticiano a Motta di Livenza e nel Teva, al confine tra i Comuni di Valdobbiadene e Vidor. «Non è possibile che la Regione resti a guardare e che poi Arpav intervenga a cose già fatte. Al momento l’origine degli sversamenti non è nota, l’ipotesi principale formulata da vigili del fuoco e carabinieri è che i liquidi siano dei residui della vendemmia. È l’ennesimo effetto collaterale della monocoltura intensiva del Prosecco. Siamo in violazione della Direttiva europea sulla tutela delle acque, ci sono danni molto gravi per ambiente ed ecosistema, con ingenti morie di ittofauna. Cosa deve ancora accadere perché la Giunta agisca? Sarebbe opportuno che la Regione sospendesse i finanziamenti per la viticoltura attualmente in corso per le aziende responsabili di queste gravi azioni». —
Gloria Girardini
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