Moreno, un solitario turbe psicologiche e l’ombra della droga

CORDIGNANO. «Ha ammesso il fatto, ma non ha voluto andare al di là di questo. Non ha voluto entrare nel merito delle cause che l’hanno spinto a questo terribile gesto». A parlare è l’avvocato Valerio Brescacin, civilista e da ieri difensore di Moreno Coletti.
Il legale, già sindaco di San Fior, descrive Coletti nelle stanze del commissariato di polizia: «Una persona apparentemente normale, ma si nota che è vive in uno stato di sofferenza, probabilmente psichica. Al pubblico ministero che lo ha interrogato ha detto di voler spiegare il perché, ma non subito, lo farà –ha detto– solo nei prossimi giorni».
Una persona taciturna, solitaria. Con questi termini i conoscenti tratteggiano la personalità di Moreno Coletti, 35 anni, originario di Conegliano, dove aveva mantenuto ancora il domicilio. Dal 2008 era andato a vivere in un appartamento di Cordignano, in via Balbinot, dove faceva vita appartata. Nel suo passato solo un’ombra. Quella della droga. «Ma credo che da questo problema ne sia uscito da tempo», chiosa l’avvocato Valerio Brescacin.
Gli studi superiori li ha fatti all’Ipsar “Beltrame” di Vittorio Veneto e da tempo aveva trovato impiego alle Mareno Industries, l’azienda di via Conti Agosti che a Mareno produce cucine dagli inizi del secolo scorso. Moreno era molto legato alla sorella Maria Grazia, che abita sempre a Conegliano, ma in via Isonzo. Gli amici riferiscono della grande sofferenza provata dopo la perdita del padre, radiologo all’ospedale di Conegliano, deceduto lo scorso settembre.
In via Friuli a Conegliano, teatro della tragedia, era giunto ieri verso le 14.30 guidando la sua Saxo bianca che ha parcheggiato sotto la casa della madre. L’appuntamento era per un caffè. Ma chissà cosa è balenato nella sua testa.
Una personalità fragile, la sua. Stando almeno ai pensieri che postava suo profilo Facebook. «Il 2012 è stato per me un anno di grandi conquiste, per forza, combatto tutti i giorni per cercare di diventare un uomo migliore, fortunatamente ho lavorato 11 mesi quest'anno e per il prossimo mi auguro tutti e 12 così per il 2013, 2014, 2015 per l'anno prossimo il mio proposito principale è di vivere il presente di questa meravigliosa avventura che è la vita, sì perché è il presente che da il sapore giusto dell'esistenza ma soprattutto che fa accadere quello che noi più intimamente desideriamo, se non avrò paura, penso che l'unica cosa che rimarrà da conquistare sarà il cielo». È il pensiero che aveva lasciato agli amici per salutare l’arrivo del 2013. Una battaglia quotidiana per essere migliore, ma è diventato un assassino.
Giuliano Doro
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