Montoneri, Tuccitto, Sacchetta e Tortoriello: 4 nuovi primari per il San Camillo di Treviso

TREVISO. Una visione integrata tra sanità pubblica e privata per promuovere cure più attente e graduali, soprattutto nei confronti dei pazienti anziani e cronici. Con questo spirito l'ospedale San Camillo rinnova i direttori in quattro reparti strategici della struttura privata accreditata, gestita dall'ordine religioso delle Figlie di San Camillo. «Tra aprile e maggio entreranno in servizio quattro direttori, ex medici del Ca' Foncello di provata esperienza e alta professionalità», dà loro il benvenuto suor Lancy Ezhupara, direttore amministrativo del San Camillo. Si tratta di Corrado Montoneri, nuovo direttore dell'unità operativa di Ginecologia (già in servizio dal 1° marzo), Giuseppe Tuccitto per Urologia, Antonio Sacchetta per Medicina generale, e Raffaele Tortoriello, responsabile del Servizio laboratorio e analisi.
Provengono tutti dall'ospedale Ca' Foncello, dove hanno lavorato fino a pochi giorni fa: «Un segnale della forte collaborazione, che c'è sempre stata e si rafforza ulteriormente», commenta il direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi.
Non competizione, ma collaborazione pubblico-privato, per «una sinergia che accresce la qualità dei servizi e delle cure di entrambi: è anche grazie ai privati accreditati che la sanità del Veneto è ai primi posti». La scelta testimonia «le grandi competenze maturate da questi professionisti nel servizio pubblico: a maggior ragione continueranno a fare squadra comune con il Ca' Foncello», prosegue Benazzi, senza nascondere la necessità di “imparare” dal privato. Da migliorare, secondo il dg, è il modo di prendere in carico e seguire il paziente: «Il San Camillo è facilitato da una struttura più piccola, ma vogliamo che il comfort abitativo che si ha qui, con due persone per stanza, si possa avere in futuro al Ca' Foncello e ovunque. Il paziente giustamente ha alzato l'asticella, si attende di più».
Cosa serve? «Prima di tutto la Cittadella della salute: un ospedale nuovo, confortevole serve ai pazienti ma anche a chi lavora. Oggi purtroppo i nostri operatori lavorano in ambienti che non lo sono, con grandi difficoltà». Se come prevede il governatore Zaia la Cittadella non sarà pronta prima del 2020, Benazzi rimarca l'importanza per l'Usl dei centri privati convenzionati come il San Camillo e la casa di cura Giovanni XXIII per abbattere le liste d'attesa: «Diventano un polmone fondamentale per la presa in carico del paziente anziano che ha delle fragilità e di conseguenza noi non riusciamo a gestire integralmente».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso