Monticano “viola” caccia ai colpevoli «Il canale va chiuso»
motta di livenza
Continua lo sversamento segnalato nel Monticano. Ed è caccia ai responsabili. «Perchè la canaletta non è stata chiusa?Qualcuno deve prendersi la responsabilità», dichiara Tommaso Cappuccio coordinatore vigilanza Fipsas (la Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee di Treviso). Il rigagnolo nero violaceo proveniente da una canaletta di scolo ha continuato nella giornata di domenica a inquinare le acque del fiume Monticano in località Redigole a Motta di Livenza. L’episodio è iniziato sabato e ieri non accenava ad arrestarsi. «La situazione è più grave di sabato, si è formata anche della schiuma bianca, non sappiamo la composizione della sostanza e quanto pericolosa possa essere, ma va fermata, per la tutela del fiume», prosegue Cappuccio, «Questa non è una situazione normale, è arrivato il momento che qualcuno si prenda la responsabilità, la canaletta va chiusa i danni ecologici non saranno indifferenti. Due settimane fa nel canale Piavon in comune di Oderzo si è verificaro un fatto simile, c’è stata una moria di pesci. Il Monticano fortunatamente è un fiume con una portata maggiore. Ha un’abbondante fauna ittica da tutelare, spero che qualcuno si prenda la responsabilità di fare qualcosa. Nel 2018 non si puo assistere a dimili atti di inciviltà».
Sconosciuta la composizione della sostanza dall’odore acre, le alghe venute in contatto con il liquido hanno acquisito un aspetto bruciato, il liquido pesante e non oleoso può essere fermato solo attraverso la chiusura della chiavica, con il rischio però di allagare le case nelle zone depresse. Presenti ieri il Consorzio di Bonifica Piave e l’Arpav che ha raccolto una serie di campioni per stabilire la composizione e la pericolosità della sostanza. Il fiume Monticano confluisce nelle acque del Livenza, che sfociano a loro volta presso Caorle. I vigili del fuoco di Motta, intervenuti ieri, hanno cercato l’origine dello sversamento, ma senza successo. L’ ipotesi più plausibile è che si tratti di vinacce o residui della vendemmia. La situazione, secondo alcuni residenti della zona, si è ripresentata già più volte negli anni scorsi, sempre nel periodo di settembre durante la raccolta dell'uva. «Bisogna fare qualcosa, è una situazione che va fermata», conclude Cappuccio. —
Gloria Girardini
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