Montebelluna, schianto in Feltrina: morto un motociclista 34enne
L’incidente attorno alle 16 di sabato 26 aprile lungo via Feltrina Nuova: la vittima è Marco Canonico, residente a Povegliano

Uno schianto tremendo è costato la vita a Marco Canonico, 34 anni, residente a Povegliano, titolare della Ri-bol, azienda che ripara i danni da grandine alle carrozzerie delle macchine. Era in sella alla sua potente Yamaha, stava percorrendo il cavalcavia della Feltrina al chilometro 17, quello che scavalca la provinciale 248 Marosticana-Schiavonesca Priula in territorio di Montebelluna, stava andando verso Nord.
A poche centinaia di metri dalla casa dei genitori, la tragedia: secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, Canonico era in fase di sorpasso proprio lungo il cavalcavia, ha dato un’accelerata, la potente moto si è impennata, il manubrio si è intraversato e Marco ha perso il controllo della sua Yamaha.
La forcella della ruota posteriore si è spezzata e la ruota è volata via: la moto senza controllo è scivolata sull’asfalto a velocità elevata, incontrollabile.
Lo schianto mortale
Dalla direzione opposta stavano arrivando delle macchine, la prima è riuscita a passare senza impattare, anche il furgone che seguiva ha dato una sterzata a destra ed è riuscita a schivare moto e centauro. Non così la terza macchina, una Hunday i20 serie N. Al volante c’era Simone Dallara, di Adria, stava tornando da un raduno proprio di serie N che si era tenuto tra Conegliano e Valdobbiadene.
«Ho visto il furgone davanti fermarsi – racconta – mi sono spostato anche io sulla destra, ho visto una ruota passarmi a destra della macchina e contemporaneamente arrivare sulla sinistra il resto della moto e quel povero giovane, ho sentito un forte botto e ho chiuso gli occhi». Un impatto tremendo, che non ha lasciato scampo al 34enne e disseminato la Feltrina di rottami. Dopo l’urto contro la macchina, il corpo di Marco Canonico è finito addossato al guard rail sulla destra, mente la moto è finita più avanti, sulla sinistra.
La tragica carambola
Dal punto in cui il centauro ha perso il controllo della sua moto a dove il corpo è rimasto immobile sull’asfalto c’erano 100 metri di distanza, altri 50 metri più avanti, dalla parte opposta della strada, si è fermato quel che restava della potente moto.
Dal punto in cui è avvenuto i tragico impatto fino a dove la moto, senza più la parte posteriore, si è fermato, tutto era disseminato di rottami, prima la ruota con la forcella spezzata, poi altri pezzi, la marmitta addirittura più lontana, indice della violenza dello schianto.
I soccorsi e i rilievi
Appena accaduto l’incidente dagli automobilisti in transito è partito l’allarme: dal Ca’ Foncello si è alzato in volo l’elisoccorso e sul posto è stata inviata anche un’ambulanza di Pedemontana Emergenza, ma i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 34enne.
A fare i rilievi è intervenuta la polizia locale di Montebelluna, che ha immediatamente fatto chiudere la Feltrina all’altezza del viadotto e fatto dirottare il traffico lungo la bretella di uscita verso nord e all’entrata dai Pilastroni per chi era diretto verso sud. Per più di tre ore quel tratto di Feltrina è rimasto chiuso al transito in entrambe le direzioni per consentire di eseguire tutti i rilievi e recuperare il corpo, trasferito poi all’obitorio dal servizio di polizia mortuaria della protezione civile.
L’amico e dipendente
«Marco aveva una passione sfrenata per le moto – ricorda Massimo, suo amico e unico dipendente, arrivato sul posto dell’incidente – Aveva cominciato a lavorare a 18 anni, aveva viaggiato molto all’estero per lavoro, poi nel 2019 aveva deciso di mettere radici qui. Lavoravamo tantissimo per le carrozzerie e le concessionarie, anche 10 ore al giorno. A chi voleva bene dava tutto, secondo me anche troppo. Era buono come il pane».
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