Gang delle impennate a Montebelluna. Sindaco e carabinieri convocano tre ragazzi

Pugno di ferro del Comune dopo l’ennesima scorribanda. Bordin: «Atteggiamenti inaccettabili. Mancano le famiglie»

Federico Cipolla
Il capannello dopo l’aggressione di un teppista in via Roma
Il capannello dopo l’aggressione di un teppista in via Roma

Da mesi imperversano in centro a Montebelluna, bloccando il traffico impennando con la bici e insultando chi se la prende con loro. Ora, dopo l’ennesimo episodio nello scorso fine settimana, il Comune ha deciso di intervenire.

Tre ragazzi del gruppetto sono stati identificati e sono stati convocati, con i genitori, per un colloquio con i carabinieri e il sindaco Adalberto Bordin.

Non si tratta di un episodio isolato. In un caso, mesi fa, uno dei teppisti aveva morso un automobilista che l’aveva aggredito verbalmente per le acrobazie a pochi passi dal cofano dell’auto. Nei mesi scorsi, in seguito all’identificazione di venti minorenni da parte della polizia locale per impennate e manovre spericolate – con conseguenti sanzioni amministrative ai genitori, come previsto dal Codice della strada – l’amministrazione comunale aveva già organizzato un incontro coi genitori.

A quell’appuntamento avevano preso parte il sindaco, l’assessore alle Politiche giovanili Andrea Marin, il comandante della Polizia locale Paolo Scarpa, la dirigente Fiorella Lissandron e il referente dei Servizi sociali, Thomas Soldera.

«Questi comportamenti sono inaccettabili perché pericolosi», dice il sindaco Adalberto Bordin. «Non è tollerabile giustificarli con la mancanza di spazi per fare acrobazie in bici. L’amministrazione ha come cardine quello di creare servizi per tutti, ma ciò non può prescindere dal rispetto delle regole, soprattutto quando riguardano il Codice della strada. In seconda battuta va detto che per poter usufruire di uno spazio simile, è necessario costituirsi in associazione: regola che vale per tutti e che, come tale, va rispettata. Io non sono qui a giudicare nessuno. Faccio però una riflessione: se un genitore ha contezza del fatto che il proprio figlio si comporta in maniera pericolosa per la sua incolumità per quella degli altri, mi preoccuperei e prenderei delle contromisure. L’amministrazione», conclude Bordin «ha come cardine quello di creare servizi per tutti, ma ciò non può prescindere dal rispetto delle regole, soprattutto quando riguardano il Codice della strada». 

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