Montebelluna: Andrea “parcheggia" la sonda su Mercurio «Missione da sogno»

Progetto dell’Ente spaziale europeo, c’è anche il montebellunese Visentin. Venti fisici e ingegneri studiano le migliorie a “Rosetta”

MONTEBELLUNA. Vi vantate di essere bravi a parcheggiare? Beh, loro hanno fatto atterrare una sonda spaziale su una cometa. E ora c’è anche un giovane ingegnere montebellunese nella squadra che sta studiando come migliorare le “manovre” per un’altra straordinaria missione: il lancio di una sonda verso Mercurio, il pianeta più vicino al sole.

I venti “geni”. Andrea Visentin, 28 anni, sta vivendo in questi giorni un’esperienza «incredibile»: è in Belgio, a Redu, per un progetto dell’Esa, l’agenzia spaziale europea, in un gruppo selezionatissimo di venti giovani geni nel campo dell’ingegneria e dell’informatica. Lavorano a fianco di chi ha progettato la missione Rosetta, capace di scrivere una delle pagine più importanti di sempre nel campo della ricerca spaziale facendo atterrare nel 2014 il lander “Philae” su una cometa per studiare un corpo celeste considerato una miniera di dati su cos’era l’universo alle origini. L’obiettivo del progetto al quale partecipa Andrea Visentin è definire cosa e come si possa migliorare in questo clamoroso atterraggio spaziale su una cometa per mettere a punto una nuova sonda, che verrà lanciata verso Mercurio.



La sua storia. Affascinato dai bit da sempre, mente brillante (terzo in Italia alle “Olimpiadi di informatica” nel 2008), diploma al liceo Levi e poi laurea magistrale con lode in ingegneria informatica all’università di Padova, Andrea ha sempre avuto una passione e una curiosità fuori dal comune. Dopo la laurea ha seguito diversi progetti fino ad arrivare, ora, all’università di Cork, in Irlanda, dove svolge attività di ricerca e insegnamento. Lì hanno la base europea big come Apple e Facebook, solo per fare due nomi. «I progetti che sto seguendo riguardano algoritmi di intelligenza artificiale per migliorare la produzione industriale in campo medico», spiega. Poi è arrivata quest’occasione “spaziale” che Andrea ha colto al volo: ha mandato il curriculum, incrociato le dita e aspettato. E la lieta notizia, ovvero l’invito da parte dell’Esa a preparare le valigie per il Belgio, gli è arrivata proprio mentre era in vacanza a casa, a Caonada, per allenarsi con i suoi grandi amici della squadra del Palio.

L’obiettivo. Il team è composto da matematici, fisici e ingegneri dalle migliori università europee. «L’obiettivo è migliorare il sistema di intelligenza artificiale che gestisce gli esperimenti della sonda - spiega Visentin - Il numero di decisioni che devono essere prese è molto elevato e non sempre è possibile farlo dalla sala comandi. Le comunicazioni impiegano fino a 50 minuti per raggiungere la sonda. Quindi, in caso di imprevisto, la sonda impiega circa un’ora per comunicare con il centro spaziale e un’ora per ricevere la risposta. Questi periodi possono causare il fallimento di missioni che durano decine di anni e costano milioni di euro. Durante questi periodi le decisioni in caso di imprevisti vengono prese dall’intelligenza artificiale di bordo. Gli esperimenti scientifici all’interno di una sonda spaziale sono sempre molto complicati. Temperature estreme, velocità elevate e radiazioni sono un problema costante. Inoltre la strumentazione funziona solo in particolari situazioni». I problemi sono tantissimi, e ogni dettaglio è decisivo: «La sonda ha limitata disponibilità di energia e di memoria per salvare le informazioni - spiega Visentin - e poi c’è la possibilità di trasferire i dati alla terra solo in particolari condizioni, con il rischio di perderli o comprometterli».

Il sogno. In questi giorni “Vise” sta vivendo con la testa tra le stelle, letteralmente. «L’ambiente qui è stimolante all’inverosimile - ci racconta - Siamo a diretto contatto con le maggiori figure che hanno reso un successo la missione, progettando, testando e gestendo la sonda nel corso degli anni. Scherzare, fare sport e godersi una birra con alcune delle menti più brillanti nel campo aerospaziale è un’esperienza unica. Un progetto in cui è stato investito più di un miliardo di euro. Qui ci sono le persone che si impegnano ogni giorno per realizzare un sogno che ha esteso l’orizzonte umano. Le loro sofferenze, gioe, emozioni umanizzano la missione e fanno intuire l’immenso lavoro che è stato fatto».

Verso Mercurio. Andrea, figlio di Ivo Visentin - ex gestore del Palamazzalovo - e Rita Michielin, non è il classico nerd tutto occhiali e computer: è anche un grande appassionato di sport (calcio a cinque e pallamano) e di giochi di strategia con gli amici dei “Carri disarmati” di Montebelluna. «Qui in Belgio vivo un’esperienza fenomenale», ci racconta, «i risultati di questa ricerca potranno contribuire al successo di un’altra missione dell’Esa che parla veneto persino nel nome: la sonda Bepi Colombo partirà nel 2018 con destinazione Mercurio. L’obiettivo è di studiare la composizione e struttura del pianeta più vicino al sole». La missione è stata dedicata a Giuseppe Colombo, detto Bepi (1920-1984), eminente matematico, fisico, astronomo e ingegnere padovano.

La fuga di cervelli. Si parla sempre di fuga di cervelli, ed eccoci qua di fronte a un’altra storia. Perché in Irlanda si può e in Italia no? «Un esempio: il direttore del mio centro a Cork, il professor O’Sullivan, è un luminare in intelligenza artificiale, ha fatto seminari all’Onu, è sempre al Consiglio europeo. Beh, noi qui gli diamo del tu: puoi bussare e fermarti nel suo ufficio quando vuoi, dopo meeting e convention viene a bere birra con noi. Provate in Italia... oltre a esserci strutture e fondi a disposizione inferiori, c’è meno collaborazioni con le aziende. E un sistema universitario molto più chiuso. In Irlanda è un altro mondo. Qui con me ho anche due colleghi, uno di Istrana e uno di Peseggia, Federico Toffano e Diego Carraro».
 

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