Molla il posto fisso per le Canarie «Come vivere felici»

RONCADE. «Quando ti svegli e sei costretto a fare ogni giorno le solite cose, a fare un lavoro che magari non ti piace, quando sei sempre di corsa e vedi la vita che ti sfugge di mano, ti rendi conto che qualcosa non va. C’è a chi va bene e si accontenta, e chi vuole cambiare». Sembra l’antitesi del personaggio di Checco Zalone in “Quo Vado” - film campione d’incassi - con il protagonista che vede nel posto fisso la propria massima aspirazione. Invece Luca Stefani, 33 anni di Biancade, ha scelto la via opposta. Da tre anni ha lasciato la Marca per trasferirsi alle Isole Canarie, tra Fuerteventura e Gran Canaria. Lasciando il posto fisso come responsabile di produzione in una vetreria a San Donà e il sogno di mettere su un'attività in proprio, subito stroncato dalle difficoltà burocratiche e nell'ottenere finanziamenti. Lasciando un'Italia che pare non dare prospettive ai giovani. Un salto nel buio per scommettere su un sogno, quello di stare in un luogo dove, spiega, «la vita non ti scorra via, ma sia vissuta a pieno».
Nell'arcipelago spagnolo, Stefani ha trovato lavoro come collaboratore in una società che si chiama "Vivere alle Canarie" che organizza pacchetti turistici, e gestisce un proprio blog, canarie.club. La sua avventura tra paure, scoperte, difficoltà, affetti e amicizie, è diventata un libro, "Canarie - Come lasciare l'Italia e vivere felici", disponibile come eBook su Amazon e tra una decina di giorni anche in versione cartacea in alcuni negozi. Il titolo del volume riassume lo spirito delle 144 pagine ma, spiega Luca, temporaneamente tornato nella Marca ma pronto a ripartire a breve verso l'arcipelago spagnolo, «Non è un manuale per trasferirsi, è il racconto della mia esperienza. Ci tengo alla mia terra di origine, sono veneto dentro. Non sono scappato, e non sono né il primo né l'ultimo che ha lasciato il suo paese, non sono un eroe. Penso però che almeno il 60 per cento delle persone si sveglino e non siano soddisfatte. Anche io ero compreso in quella percentuale. Vedo troppa gente che si lamenta della propria condizione ma non fa nulla per cambiarla. Il cambiamento costa sacrificio. Il rimettersi in gioco, contro tutto e tutti, è la vera sfida».
L'idea del libro, che Stefani ha scritto in qualche mese, è proprio quella di raccontare come sia arrivata a maturazione l'idea di lasciare la Marca e di quale sia stato l'impatto con le Canarie. «Le isole non sono certo il paradiso, bisogna rimboccarsi le maniche. Chi non ha voglia di fare, non troverà nulla», spiega Stefani, «Certo lo stile di vita è più rilassato, il clima è ottimo, fare impresa è molto più semplice dal punto di vista fiscale e burocratico. Nella scrittura ha trovato un mezzo per far conoscere la mia storia a chi mi invia email chiedendomi “come hai fatto?”. E' il racconto di come mi sono ribellato al sistema e sono partito con una valigia piena di speranze verso un futuro incerto, dando vita a un sogno chiamato libertà».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso