Moka rotta, negoziante pestato

Nega l’assistenza per un manico spaccato, marito e moglie scatenano l’inferno

CONEGLIANO. Nega l’assistenza su una moka con il manico rotto, viene pestato dai clienti. È dovuta intervenire la polizia per placare gli animi al Centro Ricambi Elettrodomestici di via Longhena, a San Vendemiano, dove due clienti (marito e moglie) sono andati letteralmente in escandescenza perché il titolare non poteva sostituire gratuitamente il manico della loro moka, la cui garanzia era già scaduta. Un pretesto futile, che tuttavia ha scatenato la rabbia della coppia. Mentre la moglie mandava all’aria tutto ciò che le era a portata di mano, l’uomo è ricorso alle maniere forti. I fatti risalgono a mercoledì pomeriggio. Il responsabile del negozio se l’è cavata con ferite lievi, una visita al pronto soccorso e due giorni di prognosi. La coppia è stata identificata dalla polizia: su marito e moglie pende ora una denuncia per lesioni presentata in commissariato a Conegliano. È lo stesso titolare a raccontare come si sono svolti i fatti. Cinque giorni dopo, è ancora scosso da quanto successo: «È successo tutto per futili motivi. Marito e moglie si sono presentati con un apparecchio rotto, che dicevano essere in garanzia: una macchinetta del caffè. Quando gli ho spiegato che non potevo ripararla gratuitamente, perché il prodotto non era più in garanzia, sono andati su tutte le furie. Hanno iniziato a urlare, poi sono volati gli insulti. E, alla fine, mi hanno messo le mani addosso». I due, ricorda l’uomo, parlavano con accento meridionale. Nonostante i ripetuti inviti a calmarsi, e anche dopo la telefonata alla polizia quando la situazione stava precipitando, marito e moglie non si sono fermati: «Ho preso schiaffi e sberle per venti minuti, finché non è arrivata la polizia. La donna non mi picchiava, ma mandava all’aria tutto quello che c’era in negozio». In tanti anni non gli era mai capitato niente del genere, soprattutto per motivi così banali. Non bastassero le difficoltà di tutti i negozianti per tenere i conti in ordine, con la crisi si è esasperata anche la tensione di alcuni clienti. Che pretendono, e si impongono, anche quando non ne avrebbero il diritto. Stavolta si è passata la soglia: «Faccio questo lavoro dal 1987, e oggi mi sento ferito più nell’orgoglio che nel fisico. Quello che è successo è pura follia. Ormai clienti che urlano e vanno in escandescenza sono all’ordine del giorno, ma nessuno aveva mai alzato le mani. Non pensavo che cose del genere potessero accadere».

Andrea De Polo

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