Mirco folgorato al cuore «Morto senza soffrire»

Le prime ricostruzioni escluderebbero le conseguenze della caduta Il fratello: «È solo sfortuna, se l’è portato via la montagna che amava»
Di Rubina Bon

ODERZO. Sarebbe morto per la violentissima scarica elettrica del fulmine che lo ha colpito e trapassato toccando gli organi vitali, sicuramente il cuore, e non per la caduta, Mirco Querin, 42 anni, piccolo impresario al timone di una ditta di cartongesso assieme al fratello Mauro.

La saetta lo ha centrato domenica mattina mentre stava scendendo da Punta Penìa, sulla cima della Marmolada, lungo la via Normale assieme al gruppo di istruttori e allievi del corso di alpinismo avanzato A2 della scuola di roccia Piave-Livenza. «E' morto sul colpo, non ha sofferto. La sua è stata solo sfortuna. E' vero, ce lo ha portato via la montagna che amava», conferma il fratello. Una disgrazia annunciata da un boato venuto dal cielo. Un boato che ha fatto trasalire Rosanna Carrel, la moglie di Querin, che aspettava il gruppo di dieci persone, cinque istruttori e altrettanti allievi, della scuola Piave-Livenza, nei pressi del rifugio a Pian dei Fiacconi, a 2.600 metri. Tra loro anche il marito, esperto istruttore che quest'inverno era diventato istruttore regionale di scialpinismo conseguendo il patentino. Rosanna, anche lei appassionata di montagna come il consorte e con lui iscritta dal 2000 ai Cai opitergino, ha sentito il boato - «Come fosse una bomba», hanno riferito i testimoni - e ha avuto paura per il marito e per gli amici in escursione. «Sono iniziate le chiamate da chi era piu' in basso, abbiamo detto loro che c'erano solo due feriti, nulla di grave», racconta Paolo Lorenzon, istruttore Cai e iscritto alla scuola Piave-Livenza. Ma Rossana non si è data pace, forse aveva capito che c'era dell'altro. Ha cercato ancora informazioni, invano. Solo quando ciò che rimaneva del gruppo è sceso a Pian dei Fiacconi, la donna ha inteso la dimensione del dramma. E ora il mondo della montagna piange Mirco. «E' stato il destino»: Milo Da Re, presidente della sezione di Oderzo del Cai, non riesce a darsi pace. Ha raccolto i racconti e la disperazione di coloro che domenica hanno visto la morte in faccia ma si sono salvati, ha parlato con i feriti. «Mi sono sentito al telefono con una corsista di Oderzo che è rimasta leggermente ustionata a una gamba e per questo è stata ricoverata una notte all'ospedale Sant'Anna di Trento. Mi ha confermato che il fulmine è arrivato come una scarica unica. Il culmine di una disgrazia», spiega Da Re. Ieri sera il consiglio della sezione del Cai di Oderzo, che conta cinquecento iscritti, si è riunito come tradizionalmente al lunedì, in un'atmosfera carica di dolore. Al vaglio le iniziative per ricordare Mirco e stringersi alla giovane vedova Rosanna e ai piccoli Gabriele di 9 anni e Francesca di 4. Un'occasione per ricordare l'istruttore si è materializzata a poche ore dalla disgrazia. Domenica sera in piazza Carducci a Oderzo era in programma una delle serate dell'undicesima Rassegna bandistica "Memorial Bepi Da Ros": sul palco anche il coro Alpes del Cai di Oderzo. «Non abbiamo volutamente voluto cancellare il concerto, la dedica è stata all'amico istruttore che non c'è piu'», aggiunge. Ieri sera si è ritrovata anche la scuola di roccia Piave-Livenza (che raggruppa i Cai di Oderzo, Motta e Ponte di Piave- Salgareda) per capire come muoversi in ricordo di Mirco. «Una persona solare, con la battuta pronta, un'anima vera, sempre pronto e disponibile. Alle cinque di domenica, prima di partire, ci aveva ricordato che noi della scuola di roccia siamo tutti una grande famiglia», ricorda l'istruttore Lorenzon. La scomparsa del quarantaduenne ha toccato profondamente anche la sezione di Oderzo dell'associazione dei Fanti: Mirco era un iscritto nell'associazione presieduta dallo zio, il cavalier Bruno Querin.

«Ci stringiamo alla famiglia con tutti i nostri associati, saremo presenti al funerale», dice Pier Prete, presidente provinciale dell'associazione. Non è stata prevista alcuna autopsia sulla salma che già nelle prossime ore, dopo il completamento dell'iter burocratico, verrà restituita alla famiglia. Intanto nella giornata di ieri la vedova, i familiari e alcuni amici sono saliti a Canazei per il riconoscimento. I funerali si svolgeranno domani alle 16.30 nella chiesa di San Vincenzo, il rosario oggi alle 20, sempre a San Vincenzo.

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