MILLEUNO, NUMERI DA BINGO

A San Vendemiano la centrale dell’impero che controlla il 15 per cento delle sale gioco in Italia
Di Marina Grasso

di MARINA GRASSO

Aveva poco più di vent’anni, Loris Colomberotto, quando - nel 1978 - acquisì un’azienda agricola per affiancare la macelleria di famiglia a Moriago della Battaglia con l’attività di allevamento, per controllare la crescita e lo sviluppo degli animali per garantire la qualità finale delle carni. Una scelta non usuale, a quei tempi, che si è rivelata subito vincente e che negli anni Novanta gli ha consentito l’ingresso nella rete commerciale dei gruppi più qualificati della GDO. Da allora il marchio Colomberotto campeggia su un arcipelago di allevamenti in tutto il Veneto e in numerose aziende che gestiscono la produzione agricola, dei mangimi e del latte in polvere (tutte controllate da un laboratorio di analisi e ricerca), impegnando direttamente 150 dipendenti e un indotto di altri cento operatori. La holding della famiglia Colomberotto, Colori spa, che controlla le principali società del gruppo, nel 2014 ha registrato un fatturato di quasi 145 milioni, con oltre 100.000 capi macellati, e per il 2015 prevede un incremento del 10%, del fatturato e delle macellazioni. E’ sempre la Grande Distribuzione il primo mercato (80%), mentre il 10% è assorbito da grossisti nazionali e il rimanente 10% è costituito dall’export. Per Loris Colomberotto, oggi ad del Gruppo, sono risultati nati «dall’aver puntato al controllo della filiera, che ci ha permesso di consolidare il rapporto con la GDO, cliente con cui si è potuto instaurare e garantire un programma di produzione di lungo periodo». Attenzione al mercato che non prescinde da quella per il territorio: «Non abbiamo mai dimenticato che i rapporti con il territorio sono la base della nostra attività. Sostenibilità, qualità e sicurezza alimentare non possono prescindere dal rispetto dell’ambiente e del territorio». E se gli si ricorda che qualche contestazione per l’impatto ambientale dei suoi allevamenti, in realtà c’è stata, taglia corto: «Le istituzioni che hanno capito la nostra filosofia ci hanno sempre appoggiato».

Riguardo all’allarme sulla carne rossa lanciato dall'OMS sceglie di non sbilanciarsi, ma afferma: «Credo che la carne, nella giusta quantità e qualità, sia un alimento indispensabile nella nostra dieta. Dal canto nostro, siamo sempre alla ricerca di migliorare le nostre produzioni nel rispetto del benessere e dell'ambiente».

Qualità e attenzione al benessere sono anche alla base della filosofia aziendale del gruppo MangiarsanoGerminal, presente nel mercato dei prodotti da forno da oltre 40 anni e da sempre orientato al biofood. Nel 2001 l’azienda ha inaugurato il nuovo insediamento produttivo a Castelfranco Veneto, implementando poi continuamente le linee produttive per ottenere un sempre più vasto assortimento di prodotti biologici e salutistici. Oggi, con oltre 50 dipendenti, produce più di 400 tipologie di referenze che nella sostenibilità alimentare hanno il loro punto di forza e ne fanno un leader in Italia e in Europa, prevedendo per il 2015 un incremento del fatturato 25%. Emanuele Zuanetti, fondatore e presidente del gruppo, autentico pioniere del biologico in Italia, elenca sinteticamente i motivi del successo: «Siamo stati tra i primi a credere nel biologico e a introdurre prodotti certificati bio. Il continuo lavoro di ricerca e sviluppo ci ha portato alla realizzazione di prodotti biologici e salutistici formulati senza lievito, senza uova e senza glutine. Ci siamo sempre dedicati alla ricerca di materie prime selezionate e innovative, tra le quali la crema di riso, le alghe, gli estratti di origine vegetali e farine ad alto potere nutritivo e a basso contenuto glicemico. Così facendo, siamo diventati un punto di riferimento per i consumatori più attenti alla propria alimentazione, oltre che per coloro che manifestano intolleranze alimentari». Diverso è il discorso per l’export, da cui nasce il 10% dei ricavi: un mercato in grande espansione, con richieste che giungono anche da Paesi inconsueti, come Panama, ad esempio, per il quale le attenzioni necessarie si differenziano di volta in volta.

«Il prodotto dolciario da forno - spiega Zuanetti - è strettamente legato alla colazione italiana, quindi vendere biscotti o crostatine in altri Paesi significa saper interpretare e conoscere gli stili alimentari dei paesi di destinazione attraverso la realizzazione di ricette ad hoc che implicano anche lo studio di soluzioni di packaging adeguati». Dopo quasi due anni di studi e trattative, il gruppo castellano sta per arrivare anche nel mercato cinese, anche qui personalizzando molto l’offerta, che riguarderà esclusivamente, per ora, il babyfood: «Siamo la prima azienda europea ad aver ottenuto la certificazione dell’Organic Food Developement Center, ente di controllo cinese per gli alimenti biologici. In questi giorni stiamo definendo il packaging, che comunicherà innanzi tutto l’italianità del prodotto, con attenzione verso il concetto di sicurezza alimentare che solo un prodotto italiano è in grado di trasferire».

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