Mille chili di hashish nel Tir: trafficante condannato a sei anni

Paolo Domenico Da Rold, sessantenne di Farra di Soligo, era accusato di far parte di un’organizzazione di narcotrafficanti

Federico Cipolla
Uno dei camion finiti al centro del blitz della Guarda di finanza di Napoli
Uno dei camion finiti al centro del blitz della Guarda di finanza di Napoli

Sei anni di carcere e quarantamila euro di multa. Questa la condanna, confermata in Cassazione, per Paolo Domenico Da Rold, sessantenne di Farra di Soligo, accusato di far parte di un’organizzazione di narcotrafficanti, per cui in particolare si occupava della gestione dei trasporti.

La retata

Il blitz, che portò al suo arresto, risale al 2016, quando il nucleo di polizia tributaria di Napoli eseguì 22 custodie cautelari in carcere, sette arresti domiciliari nei confronti di altrettanti esponenti di due distinte organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti, con basi operative nella provincia di Napoli e con ramificazioni all’estero.

Il primo gruppo era legato a un clan camorristico, mentre la seconda organizzazione, del tutto autonoma e meno articolata, era composta da quattro persone, di cui due campani, un trevigiano – appunto il farrese Paolo Domenico Da Rold – e un cittadino sloveno e aveva la sua base logistica a Torre Annunziata.

ll gruppo era specializzato, in particolare, nell’importazione dalla Spagna di grandi quantitativi di hashish che venivano trasportati in Italia attraverso automezzi all’interno di carichi di copertura e, successivamente, immessi nel mercato. Le investigazioni avevano consentito ai finanzieri del Gico di Napoli di sequestrare nel febbraio del 2015 a Vimodrone (Milano) un carico di 1.042 chili di hashish occultato in un tir proveniente dalla Spagna a bordo del quale si trovavano due corrieri poi arrestati.

La sentenza

A quel blitz era seguito un procedimento prima della Procura di Napoli, che però aveva stralciato la posizione di Da Rold in quanto slegato dal filone principale del clan camorristico, trasferendo la competenza prima al tribunale di Milano e poi a Monza.

In appello era arrivata la condanna a sei anni e a 40 mila euro, che il sessantenne di Farra ha impugnato attraverso l’avvocato Piera Farina.

Ma i giudici della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso. L’avvocato difensore ha sottolineato che «non vi è alcuna perizia sullo stupefacente, che potrebbe contenere anche irrisorie quantità di principio attivo; inoltre, la motivazione in punto di colpevolezza è generica, prestandosi il tenore delle conversazioni intercettate a versioni alternative altrettanto plausibile; mancano inoltre sia le fotografie dei sacchi di iuta che contenevano lo stupefacente che gli esiti dell’attività ispettiva sul camion». Infine, «la Corte territoriale non ha considerato che il Da Rold era un mero tramite privo di qualsiasi potere direttivo».

Ricorso rigettato

Ma per i giudici la figura del Da Rold «doveva ritenersi tutt’altro che marginale. Era lui, infatti: a tenere costantemente informato il Perlingieri sull’andamento del viaggio con lo stupefacente; a tenere i contatti con gli autisti del carico durante il trasporto; ad inviare denaro alle famiglie degli autisti dopo l’arresto; a darsi da fare, dietro espresso incarico da parte di Perlingieri, per trovare una nuova macchina per fare un altro carico di stupefacenti».

E ancora si far riferimento alle indagini, «da cui emergeva che nel sottofondo del pianale insistevano si 33 sacchi pieni di panetti di hashish, ma anche moltissimi altri panetti di stupefacente distribuiti alla rinfusa nel pianale nascosto, e che Da Rold fosse perfettamente a conoscenza dell’imponenza del carico, posto che l’autista aveva impiegato più di due ore a stipare lo stesso nel sottofondo del camion, tempo certo incompatibile con i soli trentatré sacchi citati dal ricorrente». —

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