Michele, il killer di Iole Tassitani, si diploma ragioniere

Michele Fusaro ha superato la maturità al carcere Due Palazzi di Padova dove sta scontando la condanna a 30 anni per il sequestro e l'omicidio della ragazza di Castelfranco
Un primo piano di Iole Tassitani
Un primo piano di Iole Tassitani

CASTELFRANCO. Michele Fusaro, il falegname di Bassano in cella per aver ucciso e poi fatto a pezzi Iole, la figlia del notaio Tassitani, è ragioniere. Con altri sette detenuti- studenti ha sostenuto e superato l'esame di Stato nella sessione carceraria dei Due Palazzi di Padova, aggregata all’istituto tecnico commerciale Einaudi-Gramsci. Con lui si sono diplomati Paolo Tubaldo, padovano, 65 anni; Ignazio Bonaccorsi, 58, di Catania; Salvatore Calone, 46, di Napoli; Salvatore Giglio, 40, calabrese di Crotone; Agostino Lentini, 50, di Castellamare del Golfo (Trapani); Antonio Papalia, 61, di Platì ( Reggio Calabria), e, infine, Dherifa Chaouki, 44, tunisino. Basta navigare in Internet per constatare che si tratta di persone, che, in passato, si sono macchiate di orrendi crimini. Negli ultimi cinque anni, hanno frequentato, all’interno dei Due Palazzi, le lezioni, impartite dai professori del Gramsci, che li hanno portati a sostenere l’esame di maturità dietro le sbarre, davanti alla commissione guidata dalla presidente Ersilia Filosa, già docente del liceo pedagogico Duca d’Aosta.

Il più noto degli otto ad avere ottenuto il titolo di diplomato è proprio Fusaro. È l’artigiano-falegname, residente a Bassano del Grappa( Vicenza), che, nel 2007, sequestrò Iole Tassitani, la figlia del notaio Luigi di Castelfranco, originario della Calabria, e poi la uccise sezionando il cadavere in 29 pezzi. Per questo efferato delitto Fusaro fu condannato, in primo grado, a 30 anni. Pena poi portata all’ergastolo dalla Corte d’Appello di Venezia e di nuovo ridotta a 30 anni dalla Casazione. Diverse le storie di ordinaria criminalità legate agli altri 7 diplomati. Salvatore Calone: ex esponente della cosca della Camorra legato alla famiglia Polverino, ha commesso una serie di atroci delitti nell’area flegrea di Napoli, che comoprende tra Pozzuoli-Monteruscello e Quarto. Antonio Papalia: deve scontare tre ergastoli. Nato e cresciuto a Platì, sull’Aspromonte, è stato uno dei più noti “capi-bastone” della n’drina calabrese, che, per decenni, ha controllato tutta una serie di affari sporchi in Lombardia, legati anche agli appalti pubblici, con sede centrale a Buccinasco. Fu arrestato nel 1997 a Bergamo. Agostino Lentini: è stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e ha fatto parte della cosca della famiglia Calabrò di Alcamo (Trapani). È rimasto latitante per anni e è stato catturato in Lombardia. Salvatore Giglio: ha fatto parte della n’drangheta che ha mietuto numerose vittime nella fascia ionica della Calabria e in particolare tra Crotone, Strongoli e Isola Capo Rizzuto. Condannato per altri reati, nel 2102, la Cassazione lo ha assolto, assieme a Francesco Abruzzese e Nicola Acri, per la strage di Strongoli, dove furono trucidate quattro persone. Ignazio Bonaccorsi: è considerato il capostipite del gruppo Carateddu di Catania. Arrestato in un’operazione guidata dalla Dda siciliana, è stato condannato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Paolo Tubaldo: è il detenuto- studente che ha conseguito il voto più alto. 82 su 100. Nel 2004, aprì il primo club a luci rosse di Padova, il Paradise Club, è finito in carcere pochi mesi fa quando è diventata definitiva una vecchia condanna per pedopornografia per aver immesso sul mercato alcuni video hard con minori prodotti in Germania. Ha sempre proclamato la propria innocenza. Dherifa Chaouki: il tunisino neo-ragioniere è finito in galera dopo essere stato condannato per spaccio di droga.

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