MeVe già oltre seimila visitatori Da record il museo sulla guerra

Seimila visitatori in tre mesi: il Memoriale veneto della Grande guerra sta segnando i suoi primi record. In attesa che parta la campagna promozionale e vengano collocate, la prossima settimana, le tabelle indicatrici del luogo. Visitatori rimasti soddisfatti, tanto che nel libro si sprecano le congratulazioni e le frasi del tipo «torneremo». Luogo della storia, ma che presto diventerà anche luogo d’arte, perché il Memoriale è collocato all’interno di una villa veneta, Villa Pisani, dove sono state riportate alla luce sale affrescate e quindi avrà una doppia funzione. Il 16 marzo è prevista l’inaugurazione degli affreschi e da quel momento alla visita guidata al Memoriale si aggiungerà la visita agli aspetti artistici della villa.
Da tutto il mondo
Visitatori arrivati dal Veneto soprattutto, ma anche dal Trentino, dal Friuli, pure da Torino e dall’estero. Nel libro c’è una scritta in cinese, il giorno di San Valentino c’è stata la visita di una famiglia australiana, c’è chi ha scritto che «è stata una grande esperienza sensoriale», un visitatore un giorno è entrato alle 9 ed è uscito alle 17. D’altronde per poterlo vedere in tutti i suoi aspetti, leggere i molti pannelli, interagire tramite i monitor, servono diverse ore. Ed è atteso l’arrivo delle scolaresche. Una cinquantina ci sono già state, ma l’afflusso degli studenti è destinato ad aumentare in modo esponenziale. «Stanno arrivando le prenotazioni delle scuole – spiega la direttrice Monica Celi – grazie al passaparola per ora, in attesa di una campagna informativa capillare».
Modello francese
Non è il classico museo il Meve, è strutturato sul modello dei memoriali francesi, coi quali si pensa di organizzare degli incontri per arrivare a una progettualità europea condivisa. «È sorto con due obiettivi – afferma Celi – essere luogo di promozione turistica di un’area e abbattere la barriera che vede un determinato stereotipo di museo. Questo è diventato luogo di dialogo e se ne stanno rendendo conto tutte le istituzioni, tanto che il Meve è diventato uno dei luoghi deputati a ricevere documentazioni e reperti dai vari enti. Il nostro sforzo ora è di tessere relazioni, è importante ora creare una rete di relazioni». Uno dei tanti riconoscimenti graditi è arrivato da uno statunitense, John Peter Kurdyle, colui che ha messo assieme una raccolta incredibile su Edison e le sue scoperte. «Ci ha fatto i complimenti – dice la direttrice – ci ha detto che nemmeno negli Stati Uniti c’è un museo così». Ed è diventato anche luogo ai alternanza scuola-lavoro, grazie ai legami stretti con Fondazione Venezia e con la direzione regionale del Miur. È diventato anche luogo di promozione culturale: alcune iniziative ci sono già state, come la conferenza sulla cartografia, gli interventi di Lucio De Bortoli, il 6 marzo sarà la volta di Marzio Favero tenere una conferenza, il 30 marzo sarà presentato il libro di Marco Mondini “Il capo”, che analizza in una nuova chiave la figura di Cadorna, inoltre la mostra su El Alamein è stata prorogata di un paio di mesi perché sono state richieste visite guidate. E ci sono i laboratori per ragazzi organizzati assieme alla biblioteca. —
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