Mestrinaro, capannoni e terreni passano al Comune
ZERO BRANCO. I costi sono troppo elevati: la curatela fallimentare della Mestrinaro rinuncia a capannoni e terreni dell’azienda. Il comune di Zero Branco, così, ne diventa proprietario. Nei giorni scorsi si è scritta un’altra pagina importante della vicenda Mestrinaro. Forse una tra le più rilevanti dopo la condanna a due anni per traffico di rifiuti pericolosi, sancita dal tribunale di Treviso lo scorso 9 gennaio, a carico dei fratelli Lino e Sandro Mestrinaro. Ma nell'ultimo mese è appunto avvenuto anche altro, culminato - lunedì scorso - nella comunicazione al municipio che il comitato dei creditori dell’Impresa Costruzioni Generali srl, già Mestrinaro spa, ha rinunciato alla liquidazione dei beni in località Bertoneria, l’ex quartier generale della Mestrinaro.
Un totale di 6.000 metri quadrati coperti, oltre ai terreni. Si parte lo scorso 13 dicembre, quando il Tar Veneto rigetta il ricorso dei Mestrinaro in merito all’ordinanza con cui il comune - nel febbraio 2012 - obbligava alla rimozione dei capannoni dell’azienda e allo smaltimento dei rifiuti presenti, forte dell'annullamento da parte del Consiglio di Stato delle precedenti autorizzazioni regionali.
Di fatto il via libera all’azione delle ruspe, considerando che già a fine maggio 2012, quando la curatela fallimentare non era ancora entrata nella partita, il termine per l’adempimento (90 giorni) era già scaduto. Così, il 27 dicembre scorso, sentenza del Tar alla mano, il Comune di Zero scrive alla curatela, nel frattempo divenuta l’interlocutore primario, chiedendo un cronoprogramma per i lavori di rimozione degli immobili e relativo ripristino. Ma il 15 gennaio, appunto, arriva in municipio il documento di rinuncia. Buon senso vuole, infatti, che la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti speciali significhino cifre esorbitanti. Ed ora, come spiega il primo cittadino di Zero Branco Mirco Feston, si apre un’altra parentesi, oltre alla questione rifiuti speciali. «Ora come ora potrebbe presentarsi qualsiasi creditore, ma lì è tutto doppiamente abusivo e non c'è scampo all'ordinanza, con i costi che si prospettano superiori al valore dei beni» analizza Feston, «la proprietà è assodato diventi pubblica ed a breve, in accordo con l'avvocato del comune, faremo un verbale di immissione. Per lo smaltimento di certo non interverrà il comune: c'è una fidejussione in ballo in provincia, discuteremo se è ancora valida». (a.b.v.)
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