Messa di Natale, il Vescovo Tomasi ricorda il dramma di chi non ha una casa

Durante la celebrazione del 25 dicembre in cattedrale a Treviso sua eccellenza ha rivolto rivolto l’omelia a chi vive una situazione di criticità abitativa

Il vescovo di Treviso Michele Tomasi
Il vescovo di Treviso Michele Tomasi

Dopo le riflessioni nella notte della vigilia sera, alla messa alla stazione degli autobus, sul valore del prenderci cura gli uni degli altri, in particolare di chi soffre ed è ferito dalla vita, oggi, nel giorno di Natale, il forte appello che emerge dalle parole del vescovo Michele Tomasi durante la celebrazione in cattedrale sono state rivolte al tema dell'abitare e della casa.

Partendo dall'inizio del Vangelo di Giovanni (“E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi”), il Vescovo ha sottolineato la rivoluzione di un Dio che sceglie di venire ad abitare insieme a noi, nelle nostre case. In questo contesto, mons. Tomasi ha sottolineato quanto sia: «Drammatica la situazione di chi, per qualunque motivo, è senza casa. Questo ci fa capire perché dobbiamo impegnarci tutti perché ciascuno abbia una casa da abitare». E non ha mancato, il Vescovo, di ricordare che «anche la terra e il creato sono casa, casa comune, come ci ricorda da ormai dieci anni papa Francesco».

«Abitiamo bene a casa se abitiamo bene anche le nostre città e i nostri paesi, e riusciamo a crescere in famiglia solo se le nostre famiglie sono in una rete vitale con altre famiglie e comunità – conclude - Il privato può essere rifugio soltanto se si apre a condividere spazi comuni. È in queste nostre case, in questi nostri mondi e in questo nostro mondo, intreccio di relazioni, tessuto di vita, è qui che abita il Verbo».

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