Merce tossica sulle bancarelle «Servono corsi per gli espositori»

Non solo vestiti e articoli in similpelle: i prodotti “tossici” venduti su alcune bancarelle del mercato di piazzale Burchiellati, e sequestrati dai vigili di Treviso due giorni fa, includerebbero braccialetti, collanine, anelli e altri articoli di bigiotteria. Prodotti che, poco tempo dopo il loro acquisto, potrebbero nella migliore delle ipotesi lasciare un alone nero sulla pelle, nella peggiore generare vere e proprie allergie con conseguenze antipatiche. Tra i frequentatori del mercato settimanale serpeggia quindi la paura, tanto che Confesercenti, dopo la notizia della merce sequestrata, arriva a chiedere l’obbligatorietà dei corsi di preparazione per gli ambulanti, una volta necessari per tutti, oggi soltanto per chi vende prodotti di origine alimentare.
Nei prossimi giorni la merce sarà analizzata in laboratorio, non solo per controllare l’effettiva quantità di sostanze tossiche ritrovate, ma anche per risalire alla loro provenienza. La bigiotteria incriminata, infatti, sarebbe stata venduta anche da ambulanti italiani, che si riforniscono però da grandi grossisti asiatici. «Per prima cosa, un consiglio a tutti i frequentatori del mercato: diffidate della merce a prezzo troppo vantaggioso», commenta Sabino Frare, Confesercenti Treviso, «andiamo da chi ha prezzi stracciati, il prezzo medio garantisce maggiore qualità». Lo sforzo maggiore, però, secondo Frare andrebbe fatto con gli espositori: «Il problema è anche la professionalità degli operatori del mercato. Qualche anno fa erano obbligatori dei veri e propri corsi di formazione, ora gli espositori imparano direttamente sul campo, con l’esperienza, almeno per quanto riguarda i prodotti non alimentari, e probabilmente è stato sbagliato togliere questo obbligo di formazione. Le liberalizzazioni hanno comportato questi problemi, è eccessiva sia per le autorizzazioni che per la professionalità: si richiedono solo requisiti morali. Sarebbero da reintrodurre gli esami e i corsi sulla merceologia e sulle caratteristiche del prodotto che si vuole vendere, com’è rimasto soltanto nel settore alimentare».
In ogni caso, l’appello di Confesercenti è di non lasciarsi prendere dal panico, perché il mercato sa ancora offrire prodotti di qualità a prezzi vantaggiosi. E in fondo, un sequestro di questo tipo non fa che mostrare a tutti che i controlli esistono, e funzionano. «Il mercato resta un punto di riferimento importante per varietà e qualità, è bene che i controlli ci siano, perché prodotti di questo tipo danneggiano tutti. C’è la corsa al prodotto che costa poco, e questa è una causa. Qualcuno, magari inconsapevolmente, incappa su prodotti di importazione di non grande qualità. Per ora sono stati sequestrati solo dei campioni, ma se casi del genere emergono, è sempre e solo a tutela del consumatore.
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