Mefedrone, gli avvocati aprono un procedimento

Avviato un affare disciplinare nei confronti di Matteo Cescon dopo le indagini che lo coinvolgono
 L'Ordine degli Avvocati di Treviso ha aperto un «affare disciplinare», come si definisce tecnicamente, nei confronti del praticante legale trentenne Matteo Cescon, indagato nell'ambito dell'inchiesta sul mefedrone. La decisione è stata presa nell'incontro di lunedì del consiglio dell'Ordine. L'affare disciplinare è la prima tappa del procedimento vero e proprio: l'interessato potrà ora presentare la propria difesa e l'Ordine deciderà conseguentemente, se proseguire col procedimento oppure se archiviare il caso. Cescon è uno dei venti indagati (arrestati compresi) nell'ambito dell'inchiesta della Squadra Mobile sulla nuova droga sintetica. Indagine che non è ancora finita.  Gli inquirenti stanno infatti ricostruendo i rapporti tra le parti e l'entità del traffico di mefedrone che il gruppo - facente capo ai fratelli Riccardo e Alberto Ongaro - avrebbe gestito. I due, stando alle testimonianze e alle ricostruzioni degli inquirenti, avrebbero creato un clima di omertà tra gli «adepti» attraverso intimidazioni e pressioni psicologiche. I due erano in possesso di un fucile (risultato rubato a Ponzano) e di una pistola sacciacani priva di tappo rosso. Ma non basta: secondo gli accertamenti della polizia ci sarebbero state anche minacce ed episodi di violenza fisica esercitate attraverso giovani appartenenti alle formazioni dell'ultradestra. Sotto inchiesta sono finiti sia Alberto Nascimben, responsabile regionale di Lotta Studentesca che Mattia Rizzetto, responsabile provinciale. I due hanno assicurato la loro estraneità a tutte le accuse mosse dagli investigatori. Gli Ongaro si servivano poi dei «custodi» della droga. Avrebbe avuto questo incarico Massimiliano Milos Maddalon, figlio dell'ex consigliere provinciale e comunale dei Verdi. Al giovane sarebbero stati affidati in deposito dai fratelli trevigiani 380 grammi di sostanza stupefacente, poi nascosta sul tetto di San Pelajo e nei campi (in via Lovera, all'angolo con via Fontane e nel terreno che costeggia via Boschetto). Ma dove si procuravano il mefedrone? Gli inquirenti hanno portato alla luce un appartamento in via Franco che era stato affittato dagli Ongaro a tre russi. Nei locali sarebbe stata assemblata la sostanza stupefacente che veniva ordinata via Internet e fatta arrivare via posta. Notevoli i guadagni realizzati dai fratelli: gli investigatori hanno trovato un conto all'estero con deposito da diverse centinaia di migliaia dei euro.

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