Meccanico prestanome per le auto di Compiano

Fra gli intestatari dei mezzi sequestrati dalla Finanza nei capannoni c’è anche un uomo di fiducia del patròn cui fanno capo numerose auto
DE WOLANSKI VILLORBA COMPIANO DEPOSITO AUTO E BARCHE IN VIA PACINOTTI
DE WOLANSKI VILLORBA COMPIANO DEPOSITO AUTO E BARCHE IN VIA PACINOTTI

Ci sarebbero alcuni prestanome dietro il tesoro di Luigi Compiano, quelle oltre 400 auto e 70 motoscafi posti sotto sequestro nei giorni scorsi, dopo la scoperta dell’ammanco di quasi 40 milioni nel caveau di North East Services, a Silea. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire a chi appartengano esattamente di quei mezzi e sotto la lente di ingrandimento, in particolare, è finito il nome di un meccanico a cui risulterebbe intestata una parte consistente di quei beni di lusso. A se stesso Compiano avrebbe intestato, infatti, solo una parte del patrimonio. Il resto apparterebbe a prestanome, a società in qualche modo riconducibili a lui e ad altri soggetti sui quali sono in corso riscontri.

Il terzo uomo. Da giorni si parla dell’esistenza di un “terzo uomo” nell’affaire. Ma ad oggi non risultano nuovi nomi iscritti nel registro degli indagati, ma gli inquirenti non tralasciano nessun elemento e in queste ore cercano di fare chiarezza anche sul ruolo di questo meccanico.

Norme antiriciclaggio. Se da una parte Luigi Compiano ha ammesso di avere utilizzato parte del denaro sparito dal caveau per acquistare auto e imbarcazioni, rimane da spiegare come sia riuscito a fare questi acquisti nonostante l’esistenza di leggi che da anni fissano una soglia massima per l'utilizzo del denaro contante e dei titoli al portatore. Soglia che nel 2011 è stata abbassata ulteriormente, facendola passare da 2.500 a 999,99 euro.

Gli assegni circolari. Quello che gli investigatori cercano di capire è anche come tecnicamente sia avvenuto l’acquisto del tesoro di Compiano, come e da chi siano stato comprati i veicoli e i mezzi finiti nei quattro capannoni posti ora sotto sequestro. Parte di questi beni sarebbero stati acquistati con assegni circolari. Il punto è capire se qualcuno possa aver trasformato i contanti usciti dal caveau di Silea in assegni, senza segnalare quelle operazioni come sospette.

Pagamenti in nero. L’altra ipotesi al vaglio è che Compiano possa avere fatto una serie di pagamenti «in nero» per evitare di lasciare tracce che avrebbero potuto dare il via a una serie di accertamenti fiscali. Un passaggio di soldi di mano in mano che gli inquirenti ritengono probabile, tanto che sono state annunciate nei giorni scorsi verifiche fiscali su venditori ufficiali e collezionisti privati che hanno fornito quei gioielli al patròn della Nes.

Il tesoro. I 40 milioni spariti che hanno fatto esplodere il caso potrebbero non essere serviti a Compiano solo per riempire il suo immenso parco di auto e barche. Quel che si teme ora è che quei mezzi, in parte svalutati, non siano sufficienti per coprire il buco. L’eventuale cessione all’asta imporrebbe prezzi inferiori a quelli di mercato. Al momento è difficile fare stime precise del valore del patrimonio, ma pare che dalla vendita difficilmente si potranno ricavare più di dieci o quindici milioni di euro. Il resto dell’ammanco rischia di rimanere scoperto.

“Gioielli” a motore. Riscostruire la provenienza dei beni custoditi nei capannoni posti sotto sequestro non sarà facile. In primo luogo per la quantità di mezzi, ma poi anche perché del tesoro fanno parte prototipi da gara senza targa. Vi sono poi auto di lusso americane, Rolls Royce, un catamarano lungo più di tredici metri, una Porsche assettata da corsa. Un museo personale costituito anche da auto che sono ridotte molto male.

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