Meccanico di Treviso si ricostruisce le gambe da solo: tecnico gli “ruba” le protesi

TREVISO. Quelle protesi rivoluzionarie che si era fatto da solo, per vivere l’esistenza piena e dinamica che conduceva prima di quel virus che gli ha tolto gli arti, sono diventate l’attività produttiva di un tecnico ortopedico piemontese, che ha fondato una società svizzera e ora le produce e vende a 4 mila euro l’uno. Senza che a lui, l’ideatore, arrivi nulla. Nonostante un accordo di riservatezza firmato.
Fulvio Marotto, 53 anni, meccanico di Santa Maria del Rovere, ha raccontato l’altra sera a «Le iene», il suo caso di vittima di un clamoroso “spionaggio industriale” sulla disabilità. Il tecnico piemontese Sergio Galfione, dopo aver firmato l’accordo di riservatezza ha deposto il brevetto, beffando Fulvio, che pure aveva ideato non solo le protesi rivoluzionarie, più agevoli, ma le aveva rese ancora più portabili, lavorando sulla pressione e sull’aderenza del moncone ancora più agevoli e portabili.
«Mi sono fidato, purtroppo non ho risorse per far causa e andare fino in fondo», ha detto all’inviato Claudio Golia. Le Iene si appellano a qualche legale che volesse prendersi a cuore la vicenda.
Fulvio è un personaggio, nel mondo dello sport e delle moto. Ha saputo continuare a fare esattamente tutto quel che faceva prima: motocross, sci, pattini.
Lui, meccanico carrozziere, stanco di rimanere a letto perché più di un’ora non riusciva a stare in piedi (e su questo si è confrontato più volte con Oscar Pistorius...), ha deciso di lavorarci sopra, con le sue competenze maturate in anni di lavoro nella sua officina. Le protesi classiche, in quegli anni, non erano per niente comode e non riusciva a stare in piedi a lungo.
Da lì l’idea: “prova” a farsi due gambe in alluminio, e comincia con due cilindri. Man mano perfeziona tutto, da meccanico sopraffino, in collaborazione con un dipendente (che poi avrà un incidente e si farà amputare la gamba), raggiungendo risultati al limite della perfezione dal 2004 in poi. Con gambe diverse tornerà a sciare, a camminare, ad andare in moto... Quello che può cambiare la vita, non solo a lui, ma agli altri malati o amputati è un meccanismo che elimina l’affaticamento.
Ricerca ed evoluzione tecnica e tecnologica che fa vedere un giorno a Silvio Galfione, tecnico ortopedico: si prospetta l’idea di mettere in commercio le sue protesi rivoluzionarie, i due firmano l’accordo di riservatezza, ma dopo pochi mesi Galfione deposita il brevetto con le intuizioni di Fulvio. Il quale, a sua volta, deposita il suo brevetto.
Ma è tardi: Galfione lo ha bruciato sul tempo e beffato. Le Iene hanno raggiunto Galfione, che rintuzza la mail in cui elogiava le rivoluzionarie soluzioni di Fulvio («in realtà ero stupefatto che se le facesse da solo») e si difende, si fa per dire, brandendo una ricerca internazionale. «Mi stavo già muovendo, in quel momento, per adottare muove soluzioni tecnologiche». Ma emerge che non conosce l’inglese, e che la ricerca, ciliegina sulla torta, è del 2018. Finale di servizio surreale.
Beffa delle beffe, non sarebbe l’unico caso di «sottrazione di idee e di proprietà intellettuale» a Marotto. «Ce ne sono stati altri», conferma lui, sconsolato, «non direi nulla se chi mi copia aiutasse chi sta male gratuitamente, come me. Ho aiutato una decina di persone, senza chiedere mai nulla. Ma vedere adesso che si guadagnano soldi con la mia idea...»
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