Mazzorato, 20 milioni di immobili sul mercato

Presentato il nuovo concordato del gruppo commerciale in crisi
Un negozio d’abbigliamento
Un negozio d’abbigliamento
 Nuovo concordato per il gruppo Mazzorato.  Il piano è stato da poco presentato a nome della Pluto srl, società che gestisce 20 milioni di euro di immobili - principalmente negozi - finiti così sul mercato.  Una parte di questi andrà in pancia ai Magazzini Zanchetta, affittuari di un ramo di Mazzorato e firmatari di un preliminare da circa 10 milioni di euro con il quale si sono assicurati cinque negozi.  Efrem Zanchetta e famiglia si sono impegnati fin dai primi tempi della crisi del gruppo commerciale Mazzorato, prendendo in gestione le rivendite di Castelminio di Resana, a Trieste, Udine, Marghera e Vigonza. Una fetta importante della vasta rete di negozi di abbigliamento - 15 in tutto - che la famiglia Mazzorato ha dovuto vendere per fare fronte ai debiti e salvare parte dei 150 posti di lavoro.  La catena di controllo delle grandi rivendite Mazzorato è piuttosto lunga e comprende diverse società, due delle quali - le holding Melograno e Leamm - andate in fallimento rispettivamente ad aprile e marzo di quest'anno. Due batoste che si sono abbattute sul piano di ristrutturazione del debiti del gruppo, che andrà comunque avanti attraverso il concordato dell'immobiliare Pluto, dentro la quale sono racchiusi i gioielli della Mazzorato. La proposta di Pluto prevede la cessione di tutti i beni della società, alcuni già oggetto di un contratto preliminare sottoscritto dai Magazzini Zanchetta e condizionato alla riuscita della procedura di concordato. Questo, insieme al recupero di alcuni crediti, dovrebbe permettere il pagamento per intero dei creditori privilegiati mentre i chirografari si vedrebbero ripagare il 10% circa dei loro crediti. Il rosso in bilancio è ampio e conta 13,9 milioni di euro di debiti vantati solo dalle banche, alle quali andrà la parola una volta che si dovrà votare il concordato. Se non dovesse passare si tratterebbe del terzo fallimento all'interno del gruppo Mazzorato, intento a chiudere la partita senza ulteriori contraccolpi. Ad appesantire il piano c'è poi il conto da pagare al commissario e al curatore che si sono occupati della procedura, 450 mila euro, ai quali si aggiungono altri 230 mila euro andati a professionisti e periti chiamati a valutare gli attivi contenuti nel piano. L'esito positivo delle diverse procedura può assicurare un parziale rilancio delle attività anche resta alta la preoccupazione nel settore del commercio, gravato spesso da debiti e con un calo ormai evidente di vendite, causa principale dei dissesti registrati in provincia di Treviso. (e.l.t.)

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