Maxi traffico di Rolex i Romano patteggiano
breda di piave
Hanno importato illegalmente per anni migliaia di Rolex, comprandoli ad Hong Kong, facendoli entrare in Italia grazie alla compiacenza di un finanziere dell’aeroporto di Tessera e un poliziotto a Fiumicino. Così hanno sbaragliato con prezzi appetibili la concorrenza, insospettito la stessa casa madre Rolex, ma soprattutto evaso l’Iva - come ha calcolato la Guardia di finanza - per almeno tre milioni di euro.
Ora vogliono patteggiare: ieri a Venezia le difese hanno raggiunto un accordo con il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e la pm Elisabetta Spigarelli, ma la giudice per le udienze preliminari Francesca Zancan si è riservata di decidere se le pene pattuite siano sufficienti o meno e ha dato appuntamento alle parti per venerdì 24 luglio.
Gli accordi tra Procura e difese prevedono una pena a 2 anni e 6 mesi per il gioielliere trevigiano Vito Romano, a un anno e 10 mesi per il figlio Pietro e 7 mesi per la giovanissima figlia Giulia, che il padre aveva coinvolto nei viaggi con i trolley che uscivano dall’Italia imbottiti di contanti e rientravano zeppi di Rolex, 250-350 a volta (avvocato Maurizio Paniz, per Vito Romano insieme all’avvocata Alessandra Plateo); 2 anni e 4 la pena proposta per il gioielliere napoletano Luca Silvestri. Due anni quella per Nicola Rosa, il finanziere “tuttofare” residente a Favaro Veneto, difeso dall’avvocato Alessandro Rampinelli: per far chiudere tutti e due gli occhi al militare di servizio alla dogana dell’aeroporto Marco Polo, i gioiellieri lo pagavano (è l’accusa) mille euro per ogni viaggio, saliti poi a 1600 negli ultimi anni.
Il traffico di Rolex e Omega - contesta la Procura - era anche via Fiumicino ed è così finito indagato per corruzione aggravata anche un poliziotto della Polaria, Massimiliano Venuto (difeso d’ufficio dall’avvocata Serena Pancin), per il quale la difesa ha chiesto il trasferimento del procedimento a Roma, per competenza territoriale.
Per Breda di Piave, l’arresto di Vito Romano e del figlio Pietro nel dicembre scorso è stato un autentico fulmine a ciel sereno. Quella deiRomano non solo è una delle famiglie più in vista del paese, ma un’autentica istituzione, anche al di là del commercio. Il padre di Vito, Tullio, gestisce la gioielleria di famiglia, nella centrale via Roma, con le altre due figlie. Vito ha però seguito una sua strada autonoma, avviando un’azienda che per moltissimi anni ha acquistato orologi preziosi “dismessi” o guasti per riportarli a nuova vita, con la loro riparazione. Dunque pronti per essere reimmessi sul mercato, per la gioia di collezionisti e appassionati. Per questo era spessissimo all’estero. —
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