Maxi sequestro di prosecco ingannevole

Mionetto e Ca' di Rajo si difendono: «Uno sbaglio in buona fede, è tutto regolare»
Un’immagine dei vigneti dove viene coltivato il vero prosecco docg
Un’immagine dei vigneti dove viene coltivato il vero prosecco docg
 VALDOBBIADENE.
Usavano la denominazione «prosecco» in maniera inappropriata, violando le disposizioni di legge. Così l'Ispettorato antifrodi di Conegliano, nell'ambito di una vasta operazione di prevenzione e tutela del vino più celebre del Veneto ha deciso di sequestrare in due diverse aziende due partite di vino pronte per la commercializzazione.
 Nel mirino dell'ufficio repressioni frodi sono finiti la Mionetto di Valdobbiadene, azienda di dimensioni industriali, e la piccola cantina Ca' di Rajo di San Polo di Piave. La prima fa riferimento al gruppo tedesco Henkell, la seconda alla famiglia di Simone Cecchetto.  L'operazione ha portato al sequestro di diciottomila bottiglie di Spumanti Colderove a Valdobbiadene, che in etichetta riporta la dicitura «cuvée a base di Prosecco». «Abbiamo sbagliato - ammette Alessio Del Savio, direttore tecnico della Mionetto - in casa avevamo ancora etichette con la vecchia dicitura, e abbiamo usato in buona fede queste. Abbiamo chiesto il dissequestro e di poter rietichettare il prodotto per immetterlo in commercio. Si tratta della linea di spumanti che usiamo per il telemarketing, non è un prodotto Mionetto».  Diverso il caso della Ca' di Rajo, dove sono state sequestrate ottomila bottiglie di Epsilon wine, un vino spumante bianco da 9 gradi e mezzo destinato al mercato giovanile. Nell'etichetta è riportato un QR code (quick response code) che, attraverso un numero di cellulare, consente di accedere a una serie di informazioni collegate alla pagina web dell'azienda. I funzionari dell'Ispettorato hanno scoperto che il vino pubblicizzato era presentato come vino ottenuto da uve prosecco. «Abbiamo dato mandato al nostro legale di impugnare il sequestro - spiega Simone Cecchetto - riteniamo di aver ragione perchè l'etichetta in bottiglia è perfettamente corretta. Si tratta di un prodotto rivolto ai giovani, che abbiamo deciso di promuovere anche attraverso il canale digitale dei Qr code. I motori di ricerca hanno agganciato informazioni relative alle uve prosecco, ma una volta subìto il sequestro abbiamo chiesto di rimuovere quelle informazioni».  Un mese fa lo stesso Ispettorato aveva posto sotto sequestro tremila bottiglie di prosecco senza contrassegno di Stato.  Il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano commenta: «Il web è un valido strumento di investigazione contro la contraffazione e la sofisticazione». (d.f.)

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