Maxi parcella del legale chiesti 800 mila euro

L’avvocato Garofalo ha concluso la ristrutturazione del debito con Unicredit Scoppia la grana: palleggio fra i consigli d’amministrazione e d’indirizzo
PASSERINI TREVISO CDA FONDAZIONE CASSAMARCA PRESSO PALZZO UMANESIMO LATINO IN FOTO CORLETTO PAOLO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM
PASSERINI TREVISO CDA FONDAZIONE CASSAMARCA PRESSO PALZZO UMANESIMO LATINO IN FOTO CORLETTO PAOLO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM

Settecentomila euro, più le spese: totale ottocentomila euro o giù di lì. La parcella a cinque zeri dell’avvocato Luigi Garofalo, è stata inviata a Fondazione Cassamarca. L’onorario per la lunghissima trattativa - durata due anni e mezzo - con cui l’avvocato ha portato a compimento la ristrutturazione del debito storico di Fondazione verso Unicredit, la casa madre, e che ammonta a circa 200 milioni di euro. Con quella trattativa Fondazione ha ottenuto un’utentica bombola di ossigeno, dagli interessi meno pesanti a una blindatura del bilancio per 30 anni. Si è passati così dal rischio di un improvviso redde rationem della casa madre a diverse condizioni, tutte più vantaggiose.

La parcella ha avuto l’effetto di una «bomba», ancora prima di entrare nel merito della cifra. Ieri doveva essere discussa finalmente dal consiglio di indirizzo (cdi), cui era stata girata dal consiglio di amministrazione (cda) di Ca’ Spineda. Ma il cdi, alla fine, ha deciso di non deliberare nulla: ritiene che la prerogativa sia del cda. Quello che aveva già detto un mese fa, girando la pratica al cda. Da cui poi era tornata indietro. Con tanto di dichiarazione a verbale dell’avvocato Paolo Corletto, che ritiene «non congrua la parcella», tenuto conto anche dello stato finanziario di Fondazione Cassamarca,

Bel rimpallo interno. È la prima volta che avviene, nella storia recente, fra i massimi organi dell’ente. Un ciapanò che innesca un balletto e uno stallo dagli esiti indecifrabili. E con risvolti paradossali. Il primo è che Dino De Poli presiede entrambi gli organismi che si palleggiano le competenze sulla parcella. La mano destra non sappia cosa fa la sinistra? No, qui c’è un giocoliere che sposta continuamente la palla che scotta, per le casse dell’ente più che per le mani dei due consigli. Soprattutto liulk maxiimporto – 800 mila euro, un miliardo e seiceento milioni di vecchie lire – non è quello che i consiglieri si attendevano in un periodo di vacche magre, complicato dal calo delle azioni di Unicredit in Borsa.

Quanto al merito, cioè all’onorario di Garofalo, ieri in cdi è subito insorto Luca Antonini, che rappresenta l’università di Padova. Ha parlato di «cifra fuori da ogni parametro», ha espresso la sua più ferma «contrarietà a pagare» la parcella, ha invocato «un parere di congruità», suggerendo il nome di Mario Bertolissi. E ancora, ha definito «inconcepibile l’onorario», ricordando che «Fondazione non può venir meno ai suoi obblighi di aiuto a chi ha bisogno, ridotti ormai al minimo, per poi pagare senza discutere queste cifre».

«Il lavoro va pagato», ha sentenziato dal canto suo il presidente Dino De Poli. Una sentenza, o quasi. Va detto che lo stesso cdi aveva affidato l’incarico della trattativa all’avvocato Garofalo, nel 2013, e aveva recentemente ritenuto «eccellente» il risultato raggiunto al momento di ratificarlo, afine 2015.

Ma anche altri consiglieri avrebbero eccepito sull’importo, soprattutto in relazione alla situazione finanziaria di Fondazione. Altri ancora hanno manifestato un generico auspicio a un accordo su basi e importi più ragionevoli.

Tanto per dare un’idea, come ha sostenuto Antonini a margine degli ultimi cdi, la somma supera le spese legali annuali della Regione Campania, ed equivarrebbe a opiù di 2 anni di contributi di Fondazione Cassamarca alle spese annuali per i corsi trevigiani de Bo. Anche l’emolumento annuale del presidente Dino De Poli, peraltro, è sceso negli ultimi anni sotto i 300 mila euro.

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