Maxi evasione: Jesse patteggia 16 mesi

GAIARINE. Un anno e quattro mesi: patteggia Alessandro Jesse, responsabile della società che porta il suo nome di famiglia e che a marzo del 2012 ha ricevuto una visita della Guardia di finanza che ha portato alla luce una presunta evasione fiscale da circa nove milioni di euro. Una pena mite, con la concessione delle attenuanti generiche «per aver operato per attenuare le conseguenze del reato», come spiega l’avvocato Antonio Franchini, difensore di Jesse. Jesse ha iscritto un’ipoteca volontaria da circa nove milioni di euro su un capannone aziendale non oggetto di sequestro: uno sorta di “pegno” che lo ha portato a ottenere la prevalenza delle attenuanti sulle aggravanti del reato.
In occasione del blitz in azienda, i militari trovarono una stanza segreta: dentro c’erano cinque cassaforti piene di denaro e di documenti che rivelavano il nero della società. Un vero e proprio archivio fantasma, gestito da personale dedicato. Gli accertamenti degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Giovanni Valmassoi, hanno portato alla luce un’evasione fiscale di circa nove milioni di euro con riferimento al triennio 2009-2011. Per questa violazione Alessandro Jesse ha scelto la via del patteggiamento, in modo da «non sottoporsi a un lungo processo penale», aveva spiegato il suo legale, «pur ritenendo di aver tenuto una condotta assolutamente lecita».
Il calcolo della pena è stato fatto tenendo conto di diversi elementi, tra i quali la condotta tenuta dall’imprenditore che, dopo la scoperta dell’evasione, non ha tentato di sottrarre i beni, bensì li ha messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La Procura aveva disposto il sequestro preventivo su un capannone aziendale del valore di 15 milioni di euro, ora dissequestrato. Ma non solo: Jesse si è impegnato a restituire i soldi al Fisco e, a questo proposito, ha concordato un piano di rientro (come fece Valentino Rossi) con l’Agenzia delle entrate per una somma che va a coprire sia il denaro sottratto al Fisco che gli interessi.
Qualche settimana fa la Fox di Cessalto, 35 dipendenti, è fallita, facendo “tremare” la controllante Jesse di Gaiarine: la stessa titolare della Fox ha chiesto l’«estensione di fallimento» alla controllante «sul presupposto che quest’ultima avrebbe svolto un ruolo di direzione, coordinamento e controllo amministrativo di fatto» della Fox. Il tribunale civile di Treviso ha respinto la richiesta, specificando però «che spetterà agli organi della procedura valutare e approfondire profili di eventuale responsabilità degli amministratori di fatto».
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