Matrimoni fasulli nei guai un italiano e due marocchini
PAESE. «L’ho fatto solo per soldi». Ma dei diecimila euro di saldo per il matrimonio finto con la ragazza marocchina prescelta, neanche l’ombra. «Anzi: ci ho anche rimesso seimila euro che avevo dato a Martini perchè gestisse il denaro investendo». L’ha ripetuto ieri mattina al tribunale collegiale di Belluno il 39enne L.Z., di Feltre, caduto nella rete di una coppia straniera e di un trevigiano di Paese, a loro volta accusati di aver organizzato matrimoni fasulli per l’ingresso in Italia di straniere clandestine che così ottenevano il permesso di soggiorno. Alla sbarra c’è una coppia marocchina di Giavera del Montello (Laila Farissi di 29 anni e Benbaiz Bouaza di 37) nonché il “procacciatore” di spose, Mauro Martini , 43 anni di Paese (avvocati Nava e Zacco).
L.Z., seguito dal servizio di psichiatria di Feltre, l’ha fatto perchè aveva «bisogno di soldi». «A Martini avevo anche dato seimila euro perchè li investisse e lui mi ha proposto di sposare una marocchina così me ne avrebbe dati diecimila. Ho incontrato alla stazione di Montebelluna Laila e Benbaiz, il giorno dopo avevo già il passaporto e i documenti. Il biglietto per il Marocco me l’ha dato Laila». Il 24 gennaio 2009 L.Z. è partito e ha trovato la futura sposa con la madre, oltre a Laila Farissi, al padre, cugina e sorella di lei. È rimasto lì fino al 14 febbraio: nel frattempo il rito si è compiuto (lui si è convertito ed è anche musulmano). La ragazza è venuta in Italia dopo un mese: abitavamo insieme quando era periodo di controlli dei vigili». Il processo è slittato a settembre: il collegio ha deciso la trascrizione delle intercettazioni.
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