Masterplan, AerTre ora frena Fischer: «Potrebbe slittare»

«Potremmo chiedere di mettere in stand by il masterplan, in attesa di capire, a tempo debito, quale sarà la situazione del mondo degli aeroporti. Solo quando si tornerà alla normalità saremo in grado di ragionare su numeri e prospettive, e quindi di valutare se il piano di sviluppo che abbiamo presentato per il Canova sarà corretto, da rivedere o da dilazionare nel tempo».
Se Ca’ Sugana esulta per l’ok della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente al masterplan dell’aeroporto Canova di Treviso, a portare tutti con i piedi per terra ci pensa Corrado Fischer, amministratore delegato di AerTre, società che gestisce lo scalo di Treviso per conto della veneziana Save. Il coronavirus, infatti, ha sconvolto la mobilità delle persone, aprendo a mille interrogativi attorno al sistema aeroporti. E Treviso non ne è esente. Tanto che la società di gestione Save-AerTre si troverà presto di fronte a un bivio: avrà senso continuare a investire subito su uno scalo minore? O sarà meglio prediligere Venezia-Tessera almeno fino a quando non si tornerà a una condizione almeno simile a prima dell’emergenza? In questo contesto, un masterplan che vale oltre 50 milioni, come si inserisce? Le risposte ad oggi ci sono solo in parte. Ad essere quasi sicura, però, sembra essere una revisione a medio-lungo termine del masterplan, il piano di sviluppo sdoganato venerdì dalla Via nazionale.
Fischer, vista la crisi del trasporto aereo, vi siete posti il problema se una ripresa delle attività al Canova sarà finanziariamente sostenibile? Rivedrete il masterplan?
«Non lo possiamo dire ora, dipenderà dalle esigenze legate ai volumi di traffico che ci saranno alla ripartenza. Lo scenario attuale non consente di avere un quadro completo: mancano informazioni precise su tempi e modi della ripartenza, ogni valutazione sarebbe prematura. Ora la mobilità delle persone è completamente azzerata e fintanto che a livello globale la situazione sarà questa non potremo innescare ragionamenti chiari sul futuro».
La Via ministeriale ha dato l’ok al vostro piano. Quali prospettive si aprono?
«Ci fa piacere e ne attendiamo l’ufficialità. Però passeranno ancora mesi prima di un ok definitivo, serve anche il via libera del ministero dei Trasporti relativamente alla conformità urbanistica. A quel punto, terminato il procedimento, dovremo capire la situazione in cui si troverà il mondo della mobilità: il masterplan ha un panorama di lungo periodo, al 2030: per questo, in base alla situazione in cui ci troveremo alla ripartenza, potrebbe esserci una sospensiva o un differimento temporale. Si valuterà tutto a tempo debito».
Le scelte di Ryanair potranno risultare decisive per il futuro del Canova? A quando la riapertura?
«Indipendentemente dalla compagnia che li trasporta, servirà capire quale sarà la curva dei passeggeri che occuperanno il Canova, andranno capiti i numeri. Prima la situazione si sblocca e prima avremo il quadro certo e potremo muoverci di conseguenza: ad oggi la situazione degli aeroporti non permette di fare ragionamenti concreti vista l’assenza di un quadro chiaro». —
Alessandro Bozzi Valenti
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