Massaggio con finale hot, più di tremila i soci nel club erotico

CASTELFRANCO. Rischia il processo Alberto Mason, 61 anni, residente a Castelfranco nella frazione di Treville, finito agli arresti domiciliari nell’aprile scorso per favoreggiamento, induzione e sfruttamento alla prostituzione. Il pubblico ministero di Padova, Roberto Piccione, ha chiuso l’inchiesta sul particolare centro massaggi gestito dall’uomo a Loreggia e ha sollecitato il suo rinvio a giudizio. Contestando puntualmente le cifre di quell’attività illecita e redditizia.
Per poter usufruire dei servizi del centro – il "Paradise Sauna club 307" situato in via Ceccon a Loreggia e sottoposto a sequestro preventivo – i soci dovevano iscriversi e pagare una tassa di 80 euro ciascuno. Gli investigatori coordinati dal magistrato padovano della Procura hanno calcolato che, tra 2011 e il 2015, il “Paradise” aveva totalizzato ben 3426 iscrizioni. Traducendo in dati contabili, fanno circa 300 mila euro di fatturato in quattro anni. Una somma, quest’ultima, dalla quale sono esclusi i prezzi – rispettivamente pagati dai clienti e incassati dal gestore – per i “servizi” offerti dalle ragazze lavoratrici.

Alberto Mason, che risulta il titolare del “Paradise”, aveva ingaggiato una decina di sedicenti massaggiatrici, generalmente dell'Est europeo e sudamericane, disposte a tutto, dietro regolare pagamento. Un giro d’affari importante.
Si trattava di un vero e proprio giro prostituzione scoperto dai carabinieri di Piombino Dese grazie alla segnalazione di un’autentica massaggiatrice che, presentandosi a un colloquio di lavoro, aveva scoperto le attività “hard” richieste. Mason, infatti, cercava le “massaggiatrici” attraverso siti specializzati in rete o faceva pubblicare annunci dai giornali. Lei aveva risposto alla richiesta, sollecitando un contatto. Ma arrivata nel centro, il titolare l’aveva messa di fronte alla verità. E senza troppi giri di parole. Una verità che, per lei, si era tradotta in un insulto alla sua dignità di persona.
I clienti, provenienti da tutto il Veneto, potevano fare sesso in ambienti riservati, al riparo da occhi indiscreti, pagando dai 100 ai 200 euro a seconda delle prestazioni richieste, mentre le squillo incassavano al netto circa 40 euro.
Squillo bravissime. Mason si preoccupava di “provare” di persona la capacità delle ragazze prima di assumerle. Solo in caso di gradimento da parte del titolare, l’accordo tra datore e dipendente era siglato. A documentare l’attività ci sono i video di alcune telecamere installate dai carabinieri che hanno documentato almeno 90 rapporti sessuali in nemmeno due mesi.
Del resto il “Paradise” di Loreggia gestito dal castellano Mason si pubblicizzava su facebook come «Luogo ideale per i vivere appieno i tuoi momenti di relax, anche in dolce compagnia. Nel nostro percorso wellness potete rilassarvi e creare presupposti per passare piacevoli momenti con altre persone che hanno la vostra stessa visione in quel mondo particolare che è la sensualità. ... Tutto è permesso ma nulla è obbligatorio». Presto Mason potrebbe risponderne davanti a un magistrato.
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