Massaggi, cucina, musica e feste attorno all’acqua: è la fusion trevigian-tailandese

Frittura mista di pesce alla sera con l’aperitivo, ed anche il tè pomeridiano prima di entrare al centro benessere. È un crocevia di culture e abitudini il Banthai, ristorante veneto - tailandese...

Frittura mista di pesce alla sera con l’aperitivo, ed anche il tè pomeridiano prima di entrare al centro benessere. È un crocevia di culture e abitudini il Banthai, ristorante veneto - tailandese che lo chef Guido Albertini gestisce nel complesso del Thai Si Hotel e Spa della famiglia Mosole. Aperto a tutti, a fare la differenza per il ristorante sono gli ospiti dell’hotel, di tutte le nazionalità, che vi trovan anche il grande centro benessere, in cui viene praticato il vero massaggio tradizionale tailandese, oltre ad altre tecniche per rimettersi a nuovo. Ma chi si depura al piano superiore, a quello inferiore, con vista lago dalla grande vetrata, deve fare i conti con le tentazioni della cucina trevigiana abbinata alle specialità tailandesi . Connubio che, secondo Albertini, è il segreto del locale. «Quando sono arrivato otto anni fa, il Banthai era aperto da due anni e mezzo e aveva già cambiato quattro gestioni», racconta lo chef patron, titolare dello storico “Albertini” di Visnadello, «Questo posto mi ispirò molto, avevo voglia di mettermi in gioco di nuovo. Non è un ristorante semplice.Alla mattina ci sono le colazioni, a mezzogiorno gli aperitivi, al pomeriggio il tè per chi va al centro benessere, la sera ancora aperitivi e la cena». Dal Banthai si scende verso la piattaforma galleggiante, su cui si può pranzare e cenare, attorno a cui nuotano enormi carpe, mentre a pelo d’acqua prolifiche colonie di anatre si muovono indisturbate. E sulla riva svettano le palme. «Le famiglie arrivano con il sacchetto del pane, che i bambini si divertono a buttare alle papere. Questo è un posto speciale. Se ti fai una foto con il lago e la mandi agli amici ti chiedono “ma dove sei?”. Non ci si rende conto di stare a Lovadina». Le papere regnano nel lago che era una cava. Albertini le considera un portafortuna: ha chiamato “Le Papere itineranti” il carretto con cui sforna caldi cartocci di pesce fritto. «La gente viene a mangiare la frittura in riva al lago, come un tempo andava nelle osterie lungo il Sile». Martedì scorso duecento ospiti con le fish&chips di Marca hanno aperto la cena al chiaro di luna in cui Albertini ha riunito amici chef (Giancarlo Pasi, Nino Baggio, Armando Zanotto, Gigetto Bortolini) e donne del vino (Daniela Caldart, Ida Agnoletti, Cristina Garetto Cecchetto e Mara Biasi). Prova generale di altri eventi culinari estivi sul lungo lago delle Bandie. (c.s.)

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