Massacro di Gorgo, libertà anticipata per il basista

TREVISO. Sono trascorsi quasi nove anni dalla notte del massacro di Gorgo al Monticano e George Alin Bogdaneanu, il rumeno condannato a 18 anni di reclusione per concorso in omicidio, ha ottenuto la liberazione anticipata. Una misura che consente una detrazione di quarantacinque giorni per ogni semestre di pena scontata. E nel giro di qualche settimana potrà quindi avere accesso alla semilibertà e poter così trascorrere, se ci sarà il consenso del Tribunale di Sorveglianza, uno o due giorni all’esterno del carcere di Frosinone dove ora sta scontando la pena.
Bogdaneanu oggi ha quasi trent’anni. Da nove sta scontando la sua condanna prima in carcere a Treviso, poi a Spoleto e oggi a Frosinone. Si è sempre comportato come un detenuto modello: ha sempre lavorato e non ha mai creato problemi. Per questo il Tribunale di Sorveglianza gli ha concesso la liberazione anticipata. Affinché possa applicarsi tale istituto, è infatti necessario che il condannato abbia partecipato attivamente al processo di rieducazione e non sia incorso in rilievi disciplinari durante il periodo di carcerazione. È conteggiabile anche il periodo trascorso in custodia cautelare.

Lo “sconto” va sottratto alla pena cui Bogdaneanu è stato condannato. Dato che con il nuovo conteggio il rumeno avrà a breve scontato metà della pena, può ora fare richiesta della semilibertà e così trascorrere qualche giorno all’esterno del carcere. Con ogni probabilità sarà a Roma, dove la madre risiede e lavora.
Va detto che Alin Bogdaneanu, che all’epoca dei fatti aveva vent’anni e aveva un lavoro regolare alla Inipress di Motta di Livenza, non aveva partecipato al massacro all’interno di villa Durante a Gorgo al Monticano. Nella notte tra il 21 e il 22 agosto 2007 era infatti a lavorare mentre Arthur Lleshi si introduceva all’interno della dependance e uccideva brutalmente Lucia Comin e Guido Pelliciardi. I carabinieri ci misero un paio di settimane per individuare chi potesse aver fornito le indicazioni ai feroci rapinatori. Quando lo fermarono Bogadaneanu confessò di aver fornito le indicazioni sulla villa. E le sue rivelazioni confermarono i sospetti degli investigatori, formati grazie a intercettazioni telefoniche ed esame del Dna, relativamente alle responsabilità del duplice omicidio. Il giovane aveva poi raccontato agli investigatori di aver eliminato le armi del delitto, di aver gettato nel fiume la borsetta frutto della refurtiva, di aver lavato gli abiti indossati dagli albanesi, di aver fatto un prelievo da 20 euro con il bancomat dei Peliciardi, eseguendo precisi ordini ricevuti in tal senso da Naim Stafa, l’albanese che ospitava in casa, e che è poi stato condannato all’ergastolo. Le sue dichiarazioni hanno permesso di emettere i provvedimenti di fermo contro i due albanesi.
Per Bogdaneanu ora potrebbe essere l’inizio della fine dell’incubo in cui è precipitato quasi nove anni fa. In questo periodo si è comportato in modo impeccabile e ha anche cercato di imparare un mestiere in modo tale, una volta scarcerato, da poter trovare un nuovo lavoro e iniziare una nuova vita.
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