Marzio Favero: «Bepi è un amico ma stavolta sbaglia di grosso»

«Caro amico ti scrivo», cantava Lucio Dalla in una delle sue più celeberrime canzoni. Non troppo diverso lo spirito con cui Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, controbatte punto per punto a Bepi...
Borghesi Montebelluna presentazione della nuova giunta comunale sindaco Marzio Favero
Borghesi Montebelluna presentazione della nuova giunta comunale sindaco Marzio Favero

«Caro amico ti scrivo», cantava Lucio Dalla in una delle sue più celeberrime canzoni. Non troppo diverso lo spirito con cui Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, controbatte punto per punto a Bepi Covre, la cui presa di posizione, ieri, ha avuto vasta eco, dentro e fuori la Lega.

«Bepi è un amico, ma talvolta l’istinto lo porta a scegliere posizioni che rischiano di essere bizzarre», premette Favero, che pure in passato ha avuto posizioni non sempre allineate te con il partito , «la prima cosa che mi viene da dargli, molto amichevolmente, è che se passa questa riforma, con il sì al referendum, la stessa Costituzione sarà immodificabile e non come pensa lui emendabile da un centrodestra compatto E non lo dico io, ma fior di esperti e di costituzionalisti da sinistra a destra».

Ma il punto che più preme a Favero è la natura della riforma renziana. «Stupisce che Covre non abbia colto la natura smaccatamente antifederalista e neocentralista ad oltranza della riforma, quando l’Italia, adesso, può salvarsi solo con il federalismo. Tanto più che l’esecutivo, in caos di divergenza con i provvedimenti degli enti locali, l’esecutivo può invocare il supremo interessa nazionale. Ma questo non si è mai visto, altro che repubblica parlamentare, qui finiamo in una deriva autoritaria, c’è unì’involuzione evidente del sistema democratico»

Lo stesso Senato delle autonomie, secondo Favero, è un’innovazione solo formale: «E’ scandaloso che si parli di autonomie nel momento in cui le si sopprime o quantomeno le si riduce a comparsa, perché lo Stato si riprendere competenza a man bassa. A me sembra il boccone di carne che deve placare le belve affamate, cosicchè il gladiatore non corra rischi quando scende nell’arena». Favero, infine, lancia un messaggio a tutti: «Non confondiamo la battaglia per le riforme con il referendum sul governo, si resti nel merito. E magari, sarebbe l’ora di un’assemblea costituente, come quella che nel dopoguerra, in un clima difficilissimo, seppe varare una buona Costituzione», conclude, «non i feti prodotti dalle commissioni parlamentari in anni recenti. E ricordiamoci: da Cattaneo a Miglio, tutte le grandi menti, dall’800 a oggi, erano convinte federaliste».

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