Marazzato, inchiesta per bancarotta

Inchiesta per bancarotta sulle concessionarie d'auto che facevano capo a Lorenzo Marazzato. Le indagini, coordinate dal procuratore Antonio Fojadelli, sono state affidate alla Guardia di Finanza di Treviso che sta ora esaminando tutti i documenti del fallimento per verificare eventuali distrazioni o altre irregolarità di natura contabile.
Le ipotesi di reato a carico del «re delle auto» sono quelle di bancarotta semplice e fraudolenta anche se al momento gli investigatori avrebbero rilevato solo violazioni di natura documentale e quindi meno gravi rispetto a una distrazione di beni e denaro.


Si dice fiducioso il legale di Marazzato, l'avvocato
Roberto Campion
: «Aspettiamo comunque il completamento delle indagini», sottolinea.


La crisi delle concessionarie d'auto nate nel 1980, si manifesta in tutta la sua gravità tra la primavera e l'estate del 2009 quando scatta la richiesta di concordato presentata da tre società del gruppo (ciascuna specializzata in alcuni marchi di veicoli).


La situazione di maggiore esposizione riguarda la
Marazzato spa
, che è la capogruppo, con debiti per 30 milioni 500 mila euro. La
Marazzato Motors srl
conta un passivo di 4,3 milioni di euro e naviga in cattive acque anche la
Emmecar srl
.


Nella domanda di concordato presentata al giudice
Bruno Casciarri
si parla di quasi totale azzeramento delle vendite. E l'esposizione con la banche è preoccupante.


Gli istituti più importanti del territorio vantano infatti crediti nei confronti di Marazzato spa. Tra le banche più esposte figurano
Hypo Alpe Adria
(800 mila euro),
Unicredit
(quasi la stessa cifra),
Banca di Treviso
(562 mila euro),
Intesa
(447 mila).


Le concessionarie presentano anche voci in attivo. Tra queste la partecipazione, valutata in 5,3 milioni, in
Auto Kastello
che all'epoca è proprietaria della sede di via Noalese. Immobile e area vengono valutati in circa 15 milioni di euro, ma sul complesso grava un'ipoteca da 11 milioni di euro a favore del
Medio Credito
.


Per ripianare i debiti, il gruppo fa un estremo tentativo: a giugno 2009 vende all'asta tutto il parco auto, circa 216 veicoli. Migliaia i contatti su Internet, mentre la sede di via Noalese viene presa d'assalto dai potenziali acquirenti.


Un successo, ma non basta: la manovra non salva Marazzato. Le banche ritengono infatti di recuperare troppo poco (mediamente il 3%) rispetto alle somme prestate e viene pertanto chiesto il fallimento.


Il tribunale di Treviso pronuncia la sentenza che mette così fine a una delle maggiori realtà imprenditoriali della Marca. Qualcosa, però, nella relazione del curatore sulla situazione delle concessionarie, insospettisce i giudici che decidono di trasmettere gli atti alla Procura.


Il caso viene esaminato direttamente dal procuratore
Antonio Fojadelli
che apre un'inchiesta a carico di
Lorenzo Marazzato
per violazione della legge fallimentare ipotizzando appunto il reato di bancarotta.
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