Malore lungo l’Alta Via, escursionista muore sotto gli occhi di parenti e amici
Dramma in Agordino tra il rifugio Carestiato e Forcella Camp, la vittima è Luigi Sanvido, 77enne di Paese
Amava la montagna e mercoledì pomeriggio, 5 luglio, proprio mentre era impegnato in un’escursione in compagnia di amici e parenti, è stato colto da un malore fatale. I suoi compagni di cammino e i soccorritori del Suem di Pieve di Cadore, immediatamente giunti sul posto con l’elicottero, hanno tentato di rianimarlo a lungo ma per Luigi Sanvido, 77 anni, di Paese non c’è stato nulla da fare.
Tutto è avvenuto attorno alle 16: Sanvido stava percorrendo un tracciato tra il rifugio Bruto Carestiato e Forcella Camp nell’Agordino, alle pendici sud della Moiazza, di poco sotto al sentiero numero 554, parte dell’alta via delle Dolomiti. Con lui c’erano diverse persone, parenti e amici, che nell’attesa dell’intervento dei soccorritori hanno iniziato da subito a praticare le manovre di rianimazione.
Il personale del Suem dopo aver individuato la comitiva, è stato fatto sbarcare nelle immediate vicinanze con l’uso di un verricello: equipe medica e tecnico di elisoccorso sono subentrati ai presenti, continuando nel tentativo di rianimarlo. Purtroppo per l’anziano escursionista non c’è stato nulla da fare, il suo cuore non ha retto.
La salma è stata recuperata e trasportata in piazzola ad Agordo, dove attendevano personale del Soccorso alpino, Carabinieri e il carro funebre. Una squadra è andata in fuoristrada incontro ai compagni in rientro, scossi e in lacrime.
Sanvido era da sempre un grande appassionato di montagna. In passato aveva frequentato anche un gruppo molto attivo con la sezione Cai di Montebelluna. Scriveva lettere allo “scarpone”, la rivista Cai, e quando poteva organizzava una escursione. Era residente a Paese e tra i luoghi che amava frequentare c’era anche la zona della pedemontana e il Nevegal.
Ieri prima di andare incontro al suo tragico destino, assieme agli amici aveva fatto una breve tappa al rifugio Carestiato. «Era una comitiva di circa sei sette persone» è la testimonianza di alcuni escursionisti incrociati dal gruppo, «si sono fermati in rifugio non per pranzare ma solo per una breve sosta».
Dopo poche ore il tragico epilogo. Si attende ora il nulla osta delle autorità per fissare la data dei funerali. Per gli amici e per i parenti un drammatico ritorno a casa
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