Malore fatale a cena È morto a 78 anni Ernesto Pignatto

Agostini agenzia foto film Treviso ottica pignatto calmaggiore in foto Ernesto Pignatto
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Un malore fulminante, forse un infarto. Ieri sera all’ora di cena si è accasciato appena rincasato: tornava dal negozio di viale Montegrappa, dove lavorava soprattutto nel piccolo laboratorio sul retro. Vani i soccorsi: Ernesto Pignatto, uomo simbolo del commercio cittadino, non ce l’ha fatta.

Aveva 78 anni. La città perde uno dei suoi esponenti più noti, e non solo perché ha tenuto bottega in Calmaggiore. Dove lui aveva raccolto il testimone dal padre Amedeo e dal nonno, che aveva ottenuto la licenza nel 1920 (lo scorso anno Ernesto aveva festeggiato il secolo di attività)

Da quel bancone fra gli occhiali, le montature e gli armadietti in legno Ernesto aveva visto scorrere il Novecento e il nuovo secolo

Poi, nel 2016, la soffertissima decisione di chiudere, per il caro affitti. «Vogliamo ringraziare tutti i trevigiani» aveva detto quel giorno, con la moglie Nadia, sommerso di lettere, le telefonate, gli abbracci. «Hanno chiamato persino da Chanel, tutti per farci sentire la loro vicinanza»,. diceva quel giorno

Ma non si era arreso, e aveva aperto in viale Montegrappa. «Siamo una bottega storica, vogliamo che resti nel cuore dei trevigiani». Non a caso si erano battuti perché alla chiusura del vicino Springolo nessuno toccasse le storiche insegne e la cornice in legno. Come quella del negozio di famiglia, l’”Amedeo Pignatto” risale al 1929. Memorie del passato oggi , in un Calmaggiore invaso dai monomarca, ma anche da troppe serrande abbassate.

Pignatto è stato un uomo attaccatissimo al lavoro, sempre: pochissime ferie, casa e bottega. E un’attenzione estrema mal cliente, alle sue esigenze, disponibilità infinita. Valori incarnati ogni giorno su quel bancone che ha fatto poca, dentro e fuori mura.

Pignatto lascia nel dolore la moglie Nadia, la figlia Silvia, il genero Franco, il nipote Piergiorgio. E una città affranta. —



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