Malati di Alzheimer, 5 mila casi nell'Usl 9
Aumenta l'emergenza, ma i posti letto sono solo 400. Favaro (Israa): «Servono strutture»

A fianco la nuova stanza sensoriale dell’Israa per curare i malati di Alzheimer
Cinquemila anziani affetti da Alzheimer in Usl 9. Secondo le previsioni, entro il 2015 la demenza colpirà oltre 5.600 persone. Ma i posti letto nelle case di riposo dedicati ai casi più gravi sono solo 400. Da qui l'appello di Fausto Favaro, Israa: «Servono più strutture specializzate».
Di Alzheimer si è parlato proprio ieri nella casa di riposo Israa di Santa Bona, nel corso di un convegno di presentazione della nuova stanza sensoriale presente nella struttura, una vera e propria camera dotata di letto, luci soffuse, aromi e musica utile per calmare e rilassare anche i malati di demenza. Il convegno è stato organizzato nella giornata dedicata alla malattia che colpisce il 5 per cento degli ultra sessantacinquenni e il 20 per cento degli ultra ottantenni. L'aumento dei malati di Alzheimer nel territorio è dovuto all'innalzamento dell'età media. Nel territorio dell'Usl 9 i malati a vari livelli di gravità sono più di 5 mila. Di questi 750 sono seguiti in modo continuativo dai servizi di assistenza domiciliare; altri vengono assititi dalla Rete Alzheimer che offre servizi di aiuto alle famiglie come laboratori cognitivi e Alzheimer Cafè. Quattrocento casi gravi hanno trovato posto nei sei istituti di riposo predisposti all'accoglienza di chi è malato di decadimento in stato avanzato. Ma non basta. «Servono più strutture specializzate per aiutare i malati e le loro famiglie - dice Favaro, presidente dell'Israa - Nelle nostre case di riposo il 70% degli ospiti soffre di demenza. Ci sono un migliaio di persone in lista d'attesa per accedere ai servizi di cura presenti nel territorio. E' verosimile che il 70% di questi soffra di Alzheimer». La speranza è quindi che venga realizzato il piano socio-sanitario dell'Usl 9, che porterà entro il 2015 a un aumento di 900 posti letto - sugli attuali 2000 - in casa di riposo. Aumentando così la disponibilità di accoglienza anche per chi soffre di demenza - casi gravi e non - per alleviare il peso sulle famiglie. A questo proposito alla Federazione veneta solidarietà Alzheimer è arrivata la testimonianza di un trevigiano di 37 anni che vive con i genitori entrambi disabili al 100%. Il padre è affetto da Alzheimer da 5 anni. Il trentasettenne ha dovuto chiedere numerosi permessi lavorativi, ferie e congedi per accudire il padre e la madre, affrontare pratiche burocratiche lunghe e laboriose sia per le cure che per accedere all'aspettativa lavorativa con la tutela dell'Inps. Una settimana fa l'uomo ha scoperto però di avere una lesione al midollo, che non gli consente più di sforzare la schiena. Da lì la sua preoccupazione per l'assistenza dei genitori anziani. «Oggi - racconta l'uomo - il mio nucleo familiare si compone di due persone disabili al cento per cento, i miei genitori, e da un figlio, il sottoscritto, che garantiva loro l'assistenza. Ma ora sono affetto da una grave lesione cervicale al midollo e non posso più prestare loro aiuto. Sono disperato. Credo che la mia situazione familiare possa essere giudicata di emergenza sociale: chiedo aiuto alle istituzioni». Questo è uno dei tanti casi sommersi di emergenza.
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