Maestro di arti marziali si toglie la vita

Dramma a Ospedaletto di Istrana: Raffaele Fortunati trovato morto nel garage di casa. Inizialmente ipotizzato l’omicidio
Di Davide Nordio

ISTRANA. Non ha lasciato nessun biglietto d’addio, né al momento è possibile ricondurre a qualche grave episodio accaduto nei giorni scorsi la decisione di togliersi la vita. Raffaele Fortunati, 32 anni, istruttore di arti marziali, si è ucciso nella tarda serata di Pasqua sparandosi in garage con la sua pistola per il tiro sportivo. A scoprire il corpo ormai esanime, la moglie, al rientro nella loro abitazione in via Lapa a Ospedaletto di Istrana, verso le 21.30. Raffaele Fortunati era molto conosciuto per la sua professione di istruttore di arti marziali e corsi di autodifesa: teneva corsi al Dopolavoro Ferroviario di Treviso e nella palestra Vitastyle di Trebaseleghe. Era specializzato in lotta in acqua e nella tecnica del Krav Maga. L’ipotesi del suicidio è quella che è più accreditata al momento a seguito degli accertamenti compiuti dai carabinieri dopo la scoperta della tragedia da parte della moglie: in un primo momento le ferite sul corpo avevano fatto pensare anche ad un possibile omicidio. Raffaele Fortunati si era avvicinato giovanissimo alle arti marziali: aveva praticato karate e light contact, ma era anche praticante di yoga. Poi si era specializzato in quelle che più propriamente si possono definire tecniche militari, utili anche per la difesa di terzi, che possono essere poi declinate anche nell’autodifesa, come appunto il Krav Maga, i cui elementi possono essere imparati in breve tempo. Fortunati era poi divenuto uno dei maestri più conosciuti e apprezzati di questa disciplina, ma era un esperto di autodifesa e tecniche militari in generale.

Probabilmente proprio per completezza di formazione alle tecniche di difesa il giovane frequentava il poligono di tiro. E proprio con la sua pistola d’addestramento ha deciso di togliersi la vita nella casa dove viveva con la moglie, sparandosi alla tempia. Al momento appare alquanto difficile capire che cosa abbia spinto il giovane a questo gesto estremo: accanto al corpo non è stato trovato nessun messaggio e le prime indagini non hanno evidenziato alcuna problematica che potrebbe essere ritenuta una causa scatenante. La moglie non ha saputo indicare agli inquirenti una motivazione scatenante.

Anche l’ipotesi di una possibile depressione al momento non ha trovato alcuna conferma: non risulta infatti che il trentatreenne abbia manifestato disturbi di questo tipo o che abbia fatto ricorso a consulti medici. Sembrano sempre da escludersi anche particolari difficoltà economiche. Forse una ipotesi potrà emergere dalla ricostruzione degli ultimi giorni di vita del giovane. Ieri intanto la notizia della fine del giovane si è diffusa in paese lasciando sgomenti i tanti conoscenti e amici. Dolore anche nell’ambiente dei tanti appassionati e praticanti del Krav Maga, non solo in provincia.

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