Madonna del Paveio, servono soldi

L'antico profumo della Treviso al tempo della Serenissima rivive all'interno della Chiesa di Santa Lucia. Proprio dietro Piazza dei Signori e a pochi passi dal Monte di Pietà si nasconde uno dei gioielli dell'arte pittorica del Trecento, bisognoso di restauro al più presto. Si tratta della Madonna del Paveio un'opera nata dalla mano di Tommaso Da Modena (1326-1379) con il contributo di una serie di artisti popolari. Servono 20 mila euro per restaurarla, tanto che l'architetto Maria Sole Crespi, coordinatrice del progetto di recupero del complesso, lancia un appello: «Chiediamo aiuto a tutti coloro che volessero sostenere questa iniziativa di restauro. Se ci fosse ad esempio qualche azienda disposta ad abbracciare il recupero sarebbe un'operazione estremamente significativa per la città, per i trevigiani e più in generale per il mondo dell'arte fruibile dalla collettività, ma sarebbe anche una bella vetrina per l'eventuale sponsor, dato che il brano pittorico è davvero prestigioso».
Attribuiti al Da Modena sono i due angeli, delicate figure eteree che fanno capolino agli angoli della Vergine come reggi cortina di una Madonna con bambino accompagnati da una farfalla (paveio) il cui culto è dedicato ai carcerati. Da uno studio sul dipinto è emerso che l'intervento più urgente riguarda la modifica del supporto su cui è adagiata la Madonna: si tratta infatti di una superficie truciolare catramata che evita l'umidità ma che è suscettibile di movimenti, col rischio che si perda della superficie pittorica. Aggiunge l'architetto Crespi: «Il primo stralcio dei lavori è stato finanziato per 402 mila euro, a fronte di una cifra richiesta di 470 mila euro. Il cantiere è stato aperto a settembre 2011 e in meno di un anno abbiamo ultimato i lavori. Naturalmente si è dovuto rinunciare a qualcosa, ci siamo posti come priorità gli interventi più urgenti come gli affreschi delle pareti del XIII e XV secolo nonché sulle integrazioni di Mario Botter del Novecento. Il cantiere è stato impegnativo per la varietà che compone l’intero palinsesto della chiesa, abbiamo lavorato sull’equilibrio, restituendo omogeneità».
Ora tocca alla Madonna del Paveio che testimonia il genio del Da Modena, uno dei più significativi artisti italiani; promotore di un nuovo linguaggio pittorico internazionale, la sua presenza a Treviso risale al 1.352 e racconta di una straordinaria abilità nel regalare ai personaggi dell’opera espressività e realismo, rifiutando staticità e rigore medioevali, come nel caso degli angeli di Santa Lucia.
Valentina Calzavara
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