«Ma dopo 5 anni c’è la prescrizione»

«L’Inps si accorge sempre quando dà soldi in più ai pensionati. Non si accorge mai, invece, se ne dà in meno».
Battute a parte, Paolino Barbiero (in foto), segretario generale dello Spi-Cgil di Treviso, sottolinea: «Casi come quello del signor Sinaldi per fortuna non sono frequenti. Ma capitano. Comunque capitano. Ma sia chiaro: la stessa lettera dell’Inps dovrebbe informare il destinatario che può fare ricorso. E comunque: dopo 5 anni scatta la prescrizione. Anche per prentendere dal pensionato soldi ricevuti in più negli anni precedenti. L’Inps chiede “indietro” 24 anni di soldi dati in più in pensione? Alla fine si dovrà accontentare di 5 anni». Ma, appunto, bisogna innescare un contenzioso, con un avvocato come ha deciso di fare l’anziano in questione, oppure rivolgendosi a strutture sindacali come lo Spi-Cgil, che si occupa appunto di pensionati. «Bisogna essere molto precisi, i pensionati devono fare verifiche costanti della loro posizione, soprattutto in entrata della pensione. Noi dello Spi-Cgil abbiamo 40 mila iscritti», continua Barbiero, «E per loro facciamo controlli periodici. Ma deve essere per primo il lavoratore che sta andando in pensione a dover fare le necessarie verifiche, anche per capire se l’Inps ha fatto o sta facendo i conteggi giusto. Che comunque non sono facili, dato che in una vita si possono cambiare più lavori, avere periodi di cassa integrazione, anni da recuperare come quello del militare e molto altro ancora. E si possono avere più pensioni per una persona. Alla fine, circa il 90 per cento delle pensioni risultano corrette, il resto ha dei “ritocchi” da apportare. Se pensiamo che nella Marca trevigiana ci sono circa 225 mila pensionati per 250 mila pensioni, si può capire che i conteggi da fare sono tanti e articolati». Il consiglio di Barbiero è comunque quello di mantenere i nervi saldi e il sangue freddo, rivolgendosi agli addetti ai lavori. (a.z.)
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