Lucchetta: «Ascom non ci difende»
Il negozio nel mirino: «Più domeniche aperte»

Aperture domenicali: è guerra
PIEVE DI SOLIGO.
«E' una guerra tra poveri. Invece di coalizzarsi per affrontare i centri commerciali o le maggiori aperture delle città d'arte, i negozianti della zona fanno la guerra a noi». I fratelli Lucchetta, titolari dell'omonimo negozio di abbigliamento di Pieve, sono amareggiati per la piega che sta assumendo la concorrenza commerciale in paese. Una concorrenza trasformatasi in una sfida senza esclusione di colpi che, dopo la diffida a Lucchetta da parte di Belmondo, De Vido e Ferracin di aprire le prossime due domeniche, rischia di passare dalle vetrine alle aule giudiziarie. «Non siamo criminali e cerchiamo solo di difenderci dalla recessione economica e, soprattutto, dagli outlet - dichiara Cristina Lucchetta - Purtroppo sono state liberalizzate le licenze, ma non le aperture. Con il risultato che comuni a pochi chilometri di distanza adottano criteri diversi. Tenere chiusi i negozi a Pieve, quando possono essere aperti a Conegliano o Mareno non ha senso. Per non parlare dei criteri adottati per i nuovi centri commerciali, come quelli di Noventa o Palmanova». Secondo i fratelli Lucchetta, mentre il mondo si sta globalizzando, a livello locale si rischia di rimanere ancorati a logiche di cortile. «E' sorprendente come tre concorrenti, tra loro spietati, si siano alleati contro di noi - continua Lucchetta - Parliamo di tre colossi del settore che diffidano un negozio che ha l'unico difetto di essere sempre rimasto nella sua sede originaria e che, quindi, ha periodicamente la necessità di rinnovare i propri locali». Quanto alle forme di pubblicità abusiva o illecita, Lucchetta Abbigliamento precisa di essersi sempre rivolta ad una qualificata agenzia pubblicitaria. «E comunque su questo fronte - commenta Lucchetta - direi che chi è senza peccato scagli la prima pietra». Resta il rammarico anche per il comportamento di Comune e Ascom. «All'amministrazione comunale abbiamo più volte proposto di adoperarsi per portare le aperture domenicali da otto a dodici all'anno - chiude Cristina Lucchetta - Quanto all'Ascom, la riteniamo un'organizzazione superata dai tempi. Non può riuscire a difendere contemporaneamente gli interessi di piccoli negozi e centri commerciali».
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