Lovadina piange il suo “pioniere”

Remigio Bellini l’impresario morto cadendo da una scala fu tra i primi a portare lavoro nell’est Europa
Di Federico Cipolla

SPRESIANO. A Lovadina Remigio era un'istituzione. Una vita movimentata, tra sport, lavoro, famiglia e anche un breve passaggio in politica. La morte di Remigio Bellini, 62 anni, ha sconvolto la frazione di Spresiano. Martedì è mancato proprio mentre faceva il suo lavoro, nel cantiere alla ex Frezza di Casale. E' caduto da una scala alta un paio di metri, forse per un malore. Sarò l'autopsia a stabilirlo. «Era una persona eccezionale, sempre positiva», lo ricorda il cugino Alfredo Piccoli che abita a poche centinaia di metri dalla casa di Bellini, in via Gasparotto Vecellio. «Aveva uno spirito molto avventuroso, e questo gli consentiva di reagire anche nei momenti di crisi. Anche nel lavoro era stato così. In un momento particolarmente difficile, nel 1992, era andato in Bosnia e in Lituania, come un pioniere. Dimostrando a tutti noi, che volere è potere». Remigio, impresario nel settore del legno, è proprio nel commercio con l'est Europa che ha trovato il modo di fare proseguire la sua attività individuale. Uno spirito d'avventura, che lo portava nei boschi della Lituania e della Bosnia a trattare direttamente con i taglialegna l'acquisto dei tronchi migliori. Remigio lascia la moglie Annamaria e le figlie Sandra e Francesca, oltre al fratello Romeo. Ma il legno non era solo un mestiere per Remigio. Sfruttando le sua abilità manuali, amava realizzare delle sculture. «Era una persona splendida», lo ricorda l'ex vicesindaco Giancarlo De Nardi, «un grande ottimista, qui a Lovadina lo conoscevano tutti. Anche grazie all'impegno che aveva messo per creare una squadra di ciclismo in paese«. Le due ruote, quelle a pedali, erano state la sua grande passione. Da dilettante aveva vinto anche 10 corse nella stessa stagione, poi nel '90 aveva deciso di aprire una squadra per bambini e per ragazze che lui stesso allenava, riuscendo a ottenre due titoli italiani nelle categorie esordienti e allieve. Nel 1999 una parentesi politica, quando si era candidato consigliere con la lista "Liga - Repubblica Veneta" guidata da Mario Sordi, che diventò sindaco. «Oltre che un lavoratore instancabile, era un uomo che amava essere libero», conclude il cugino Alfredo. «Anche per questo aveva moltissimi amici». I funerali di Remigio Bellini non sono ancora stati fissati, in attesa del nullaosta della Procura.

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