L'omicidio della pasticciera Sesso, omertà e indagini sbagliate

“Chi l’ha visto?” ricostruisce in tv il delitto Casagrande. Fojadelli: «Sapevano, nessuno ha parlato» I parenti: «Lei non era una bocca di rosa». Dubbi sulla morte del marito. E spunta un testimone
la pasticciera uccisa
la pasticciera uccisa

RONCADE. “Chi l’ha visto?” punta l’indice contro gli inquirenti. L’omicidio di Sandra Casagrande è al centro della fiction (una ricostruzione del delitto con gli attori, thriller e un po’ pulp) realizzata dalla trasmissione di Rai Tre, la cui prima parte è andata in onda mercoledì sera. E i primi “colpevoli” individuati dalla trasmissione sono propri gli inquirenti. «Frettolose e superficiali», vengono definite le prime indagini, quelle più importanti, compiute a Roncade dopo l’omicidio della bella pasticciera, avvenuto il 21 gennaio del 1991 tra le 22 e le 22.30.

«Dovete scoprire chi ha ucciso mia sorella»

L’assassino ha lasciato tracce dappertutto: in bagno dove si è lavato le mani, sul coltello e sulle forbici utilizzati per uccidere Sandra Casagrande, sulla porta del negozio, sullo straccio messo in bocca per non farla urlare. Eppure, a 24 anni di distanza, chi ha ucciso è ancora libero, e probabilmente vive tuttora a Roncade. «Le prime indagini si sono svolte in un clima ostile, direi omertoso», ha detto l’ex procuratore capo Antonio Fojadelli, «la sensazione è che molti sapessero, ma nessuno volesse parlare. Come se ci fosse una complicità generale». Il fatto che nessun testimone si sia mai fatto avanti è significativo.

L’assassinio è avvenuto all’interno della pasticceria di sera, quando a poca distanza era ancora aperto un bar piuttosto frequentato. All’interno alcuni uomini giocavano a biliardo, compreso l’amante della pasticciera, Toni. Un ragazzo con la barba incolta, dentro un’auto bianca, si trovava nei pressi, un uomo col bastone e il volto rosso è passato davanti alla pasticceria, negli attimi dell’omicidio. Possibile che nessuno abbia visto nulla prima di Zeno, l’amico che scoprirà il cadavere della pasticciera? Il movente più plausibile, secondo gli autori della “fiction” sul delitto di Roncade, resta quello passionale. L’assassino, che conosceva Sandra, avrebbe fatto delle avances alla pasticceria quella stessa sera.

La ricostruzione dell'omicidio fatta in Tivù
La ricostruzione dell'omicidio fatta in Tivù

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Di fronte al rifiuto però avrebbe reagito, spaccando in testa una bottiglia, e poi ammazzandola con 22 accoltellate. Attorno a Sandra, vedova giovane e piacente, c’erano molte attenzioni, tanti uomini la desideravano. Secondo la ficion le donne del paese non la guardavano troppo di buon occhio, anche per la sua relazione con un uomo sposato. «Ma non era una bocca di rosa», ha voluto affermare il nipote Gustavo Fregonese, «era una che si alzava presto la mattina per lavorare in pasticceria, e andava a dormire dopo il lavoro. Non faceva le cinque di mattina, a mangiare, a bere, e a divertirsi. E non era una che cambiava uomini così. Era innamorata di un uomo e solo di lui». L’amante Toni, che la ricopriva di regali di valore. Che avesse gli occhi di mezza Roncade addosso era noto, una vedova 44enne, così sensuale.

E proprio questa sua sensualità avrebbe potuto indurre qualcuno a desiderarla fino a farne diventare un’ossessione. Ma “Chi l’ha visto?” apre un altro spiraglio sulle indagini. Poco dopo l’omicidio un uomo andò proprio da Gustavo Fregonese e gli disse: «Mio padre sa tutto, ma lo dirà solo prima di morire». “Chi l’ha visto?” ha incontrato quest’uomo che ha messo in relazione l’omicidio con “il defunto Ciano”. Ovvero Luciano Vio, il marito di Sandra Casagrande, la cui morte era stata immediatamente liquidata come un suicidio.

“Ciano” era stato trovato poco distante da casa in acqua, morto annegato. Con le mai legate, però. «Ma uno che sa nuotare benissimo può suicidarsi così? E chi può legarsi le mani da solo?» hanno commentato alcuni testimoni. Il caso è ancora più oscuro.

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