Lo strano caso della tangenziale di Treviso

C’è una maxirotonda, all’innesto della futura tangenziale sulla Feltrina. O meglio c’era, con il vecchio tracciato: e dentro c’erano il piano Feltrina 2 e il Feltrina 3, fatidiche aree C2.2 introdotte dalla variante al Prg firmata da Contini e Fregonese. E la rotonda sopravvive sulla carte anche dopo la nascita dell’Iperlando in una delle due aree, tanto da accerchiare la struttura commerciale. Chi abita lì ricorda di aver visto piantare anche i picchetti... Ma anche la rotonda, tutto a un tratto, scompare. Travolta dal nuovo tracciato disegnato da Veneto Strade, che sposta di 100 metri a nord l’innesto del quarto lotto della tangenziale.
L’ennesimo capitolo di una storia urbanistica che si intreccia con il «pasticcio» del cambio in corsa del tracciato, scoperto per puro caso in Provincia, dal Pdl, nel 2010: il tracciato che sin lì Comune e Provincia (e Comune di Paese) avevano contemplato era carta straccia. Veneto Strade ne prevede un altro, più interno, che passa su via Casette e Sant’Anna, più esterno al momento di sfociare sulla Feltrina, con sbocco cambiato.
Il caso è esploso in questi giorni a Ca’ Sugana, e indirettamente semina risvolti legali.Proviamo a fare un po’ di cronistoria, sull’intersecarsi di ipermercato e progetto, non solo sulle mappe urbanistiche .
All’inizio fu il piano Amati e il Prg: il quarto lotto, così come ipotizzato fra anni ’80 e ’90, sbuca sulla Feltrina poco a nord del laghetto Antille, a fianco di via dei Vegri. Il 19 febbraio 1998 la giunta Gentilini autorizza – come da richiesta del 14 febbraio (protocollata il 16) – il nuovo supermercato Iperlando con accorpamento di licenze.
La variante generale del 2002 non porta alcuna modifica all’intera area. Nel 2004, l’Iperlando viene autorizzato dal sindaco Gobbo (fra settembre e ottobre) ad ampliarsi per due volte, fino ad arrivare alla soglia dei 2.500 metri quadri.
Intanto il Ptcp (piano territoriale di coordinamento provinciale) continua a riportare l’antico quarto lotto. È il 2005, quando l’assessore Marton annuncia per il 2007 l’avvio dei lavori. Nel 2006 Regione, Provincia e Comune firmano l’accordo. Arriva il 2007: Veneto Strade, Regione, Comune e Provincia sono sicuri: «Fine dei lavori nel 2010». Il tracciato è sempre quello, l’ottimismo, allora, che traspirava da tutti i pori, gli uffici, i presidenti e gli assessori. E i fondi? Il senatore Stiffoni li aveva trovati (2005) nelle pieghe del Passante, poi Veneto Strade stanzierà i primi 22 milioni.
Tocca al 2010: altro che lavori iniziati, ma arriva la «bomba» del nuovo tracciato. La Provincia spiegherà che è colpa del raggio di curvatura, da modificare dopo le norme del... 2001 (!). Ma da quella data, e per 9 anni, nessuno se ne era accorto? E corrisponde al vero che il raggio di curvatura sarebbe calcolato su una velocità di 120 km/h, quando in tangenziale oggi la velocità è di 90 all’ora, con tanto di autovelox?
Infine, il nodo «Iperlando». Se l’iper era inconciliabile con l’innesto, perchè per anni è stato invece conciliabile, al punto che sulla mappe figura l’ipermercato con la maxirotonda? E perché, sino al Pat 2012, nessun atto ufficiale del Comune di Treviso (dove è ratificato per la prima volta il nuovo tracciato di Veneto Strade) ha mai rinnegato il vecchio percorso?
Tante vicende, tante domande, chioserebbe il poeta tedesco. E le domande, adesso, girano anche a Ca’ Sugana.
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