Lo Spisal chiude il convitto del Maffioli

POSSAGNO. Chiuso il convitto dell’istituto Maffioli. Insegnanti e operatori scolastici trasferiti nella sede di Crespano. Ultimatum dello Spisal e dell’ufficio scolastico regionale: una settimana di tempo per fornire tutta la documentazione della struttura da parte della Provincia. Tutto è iniziato a fine ottobre scorso con una lettera di un genitore indirizzata alla dirigente scolastica e all’ufficio scolastico regionale. Nella missiva il padre di un ragazzino che frequenta l’istituto alberghiero di Possagno ha denunciato la precarietà della struttura e il fatto che nell’arco dell’anno scolastico non sarebbero più stati garantiti i pasti allo studente. La mensa era garantita solo a chi frequentava il semiconvitto. Per tutti gli altri studenti invece bisognava arrangiarsi con un panino portato da casa oppure con qualche snack acquistato dai distributori automatici che si trovano all’interno dell’istituto. La questione è stata discussa lunedì durante la conferenza dei servizi convocata dalla stessa dirigente scolastica della sede centrale di Castelfranco del Maffioli a cui hanno preso parte anche i tecnici dello Spisal di Montebelluna, quelli della Provincia, i dirigenti dell’ufficio scolastico della Regione e il sindaco Gianni De Paoli. E qui i dirigenti dell’ufficio scolastico regionale hanno dettato le loro condizioni, assieme ai tecnici dello Spisal, al direttivo scolastico della Provincia: solo una settimana di tempo per fornire tutta la documentazione necessaria a chiarire se l’immobile sia agibile oppure no. «Sono molto preoccupato perché chiudere l’istituto Maffioli è una grande perdita non solo per la comunità ma anche per l’intero territorio», dice il sindaco De Paoli, «È una scuola che esiste da tantissimo tempo e purtroppo non sono state fatte manutenzioni in questi ultimi anni. Siamo così arrivati a un punto in cui bisogna valutare seriamente la situazione della struttura». L’istituto è nato per volere della Comunità del Grappa. Proprietaria dell’immobile è la Fondazione Canova che in passato l’ha concesso in uso gratuito - a differenza della sede di Crespano per cui la Provincia paga l’affitto - alla Comunità Montana del Grappa per aprire una scuola pubblica. Il presidente della Fondazione, Renato Manera, precisa: «Non siamo parte in causa, ma è certo che difendiamo l’istituto alberghiero». Non bastano quindi le perizie e sopralluoghi dei tecnici della Provincia nella sede di Possagno fatti nel corso degli anni. Intanto il convitto è stato chiuso «per ridurre l’aggravio di pericolosità per mancanza di sicurezza », dicono i professori. In pratica le 11 classi, tra prima e seconda, in tutto 300 studenti, e il resto dell’organico scolastico potrebbe essere trasferito definitivamente nella sede di Crespano rischiando di fare i doppi turni oppure in alternativa trovare un’altra sede sempre in zona.
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