Lo scandalo dei petroli Oggi tutti i retroscena

Il volume di testimonianze «Scandalo petroli» sarà presentato oggi alle 17 all’interno della libreria Marton in corso del Popolo. Presentati dal caporedattore della “tribuna” Tiziano Marson,...
Passerini Treviso intervista Domenico Labozetta
Passerini Treviso intervista Domenico Labozetta

Il volume di testimonianze «Scandalo petroli» sarà presentato oggi alle 17 all’interno della libreria Marton in corso del Popolo. Presentati dal caporedattore della “tribuna” Tiziano Marson, parleranno il cronista che fin dal 1978 aveva seguito il caso, Raffaele Volontè; il procuratore Domenico Labozzetta, all’epoca sostituto procuratore a Treviso; il giudice che a Torino si occupò del troncone principale dell’inchiesta, Mario Vaudano e il presidente dell’Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso, Enzo Guidotto.

L’inchiesta prese avvio nel 1978 a Treviso, quando il maresciallo della Finanza Bruno Celotto si rivolse direttamente a Labozzetta dopo che il suo superiore aveva cercato di bloccargli l’indagine. L’inchiesta coinvolse 18 magistrature e passò a Torino dove vennero indagate 184 persone. Il 30 aprile 1987 il tribunale piemontese condannò in primo grado gran parte degli imputati. Tra loro l’ex comandante generale del Corpo delle Fiamme Gialle Raffaele Giudice, piduista (3 anni e 10 mesi, 30 milioni di multa); il capo di Stato Maggiore Donato Lo Prete, anch’egli iscritto alla P2 (8 anni, 200 milioni di multa); il petroliere milanese, titolare del più grande deposito privato di combustibile in Italia (Costieri Alto Adriatico di Marghera) Bruno Musselli, considerato uno degli ideatori della truffa (7 anni, 300 milioni di multa); l’imprenditore rodigino Mario Milani, direttore del Costieri (8 anni e 300 milioni di multa); assolto invece Sereno Freato, per anni segretario personale di Aldo Moro. La sentenza di appello del 17 luglio 1989 ridusse le pene per Lo Prete e Musselli. Lo scandalo venne alla luce a seguito delle indagini avviate nel settembre 1978 dai magistrati trevigiani Felice Napolitano e Domenico Labozzetta.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso