L’ispettore del ministero sui Passeggi contestati a Treviso

Trevoso. Blitz di un dirigente inviato da Roma dopo i durissimi esposti di un cittadino. Visionati spazi, accessi, incroci, sbocchi delle abitazioni e nuove corsie affiancate
agostini AG.FOTOFILM treviso pista cliclabile viale vittorio veneto
agostini AG.FOTOFILM treviso pista cliclabile viale vittorio veneto

TREVISO. Passeggi, storia infinita. Nei giorni scorsi, da Venezia, è arrivato un ispettore inviato dal ministero Trasporti e Infrastrutture, in seguito agli esposti presentati da Cosima Masi, colonnello in pensione di Sant’ Artemio che da mesi ha intrapreso una battaglia legale, con esposti in Procura, lettere reiterate al Comune, per chiedere la tutela dei pedoni, secondo lui penalizzati dallo spazio dato alla bici sull’asse da porta San Tomaso a Santa Maria del Rovere.

Con l’ispettore c’erano il comandante della polizia Municipale, la mobility manager Michela Mingardo e rappresentanti degli uffici preposti.

Il sopralluogo è durato quasi un’ora e mezza: l’ispettore ha voluto visionare il percorso dalla porta fino a viale Brigata Marche.

Sono state esaminate le due corsie - non separate fisicamente – oggi riservate a ciclisti (diretti a Sud) e pedoni sui passeggi, dopo che la pista ciclabile, degli anni ’90, dichiarata non regolare per i due sensi di marcia, è stata destinata solo alle bici che si dirigono dal Put a S. Maria del Rovere.

«Abbiamo presentato tutta la documentazione e ricostruito l’iter storico che ha portato ai provvedimenti adottati sia sulla pista che sui passeggi», spiega il comandate Tondato, «e fornito gli elementi utili a chiarire come le modifiche apportate siano andate nel senso della massima sicurezza e tutela di ciclisti e pedoni»

Dal canto suo, Masi è un fiume in piena. «Penso che il mio allarme sia stato colto dal ministero: non si è assolutamente risolto il problema della tutela dei pedoni, ancor oggi esposti all’arroganza dei ciclisti», dichiara, «l’ispettore ha visto anche accessi e sbocchi mancanti, come quello di un complesso residenziale, che fa sì che le auto percorrano alcuni metri di passeggi.

Credo siano emersi i punti critici: e dirò di più, leggendo le linee guida ministeriale per i percorsi promiscui, non son rispettati i criteri raccomandati, in primo luogo lo spazio doppio per i pedoni rispetto ai ciclisti . Anche un signore, durante il sopralluogo, si è lamentato con i rappresentanti del Comune per i rischi per i pedoni: la conferma che a Treviso i ciclisti sono più considerati e ascoltati di chi cammina. E parlo anche di carrozzine, di mamme con i passeggini., di anziani....»

Masi ha ricordato all’ispettore anche il suo progetto alternativo suggerito al comune, con l’ausilio di una deviazione per via 55º Fanteria, o il possibile utilizzo dell’altro lato dei passeggi, che però non arrivano al semaforo di via Brigata Marche.

«Peraltro lì c’è sostata a selvaggia di auto, evidentemente tollerata», conclude Masi, «ma che la ragione sta dalla nostra parte lo dice la multa che nel 2011 venne comminata a un ciclista che usava i passeggi e investì un pedone. E ancora, il fatto che i passeggi siano nati come pedonali , da sempre. E ancora, vediamo che l’assessore Michielan realizza piste ciclabili protette e non promiscue: perché allora qui sui passeggi si tollera la promiscuità?».

 

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