L'investitore: «Ho avuto paura, volevano linciarmi»

Il racconto shock di Riccardo Bonaldo: resta ai domiciliari dopo aver centrato e ucciso Davide Zandonà
L’investitore Riccardo Bonaldo
L’investitore Riccardo Bonaldo
CASTELLO DI GODEGO. Rimane agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Castello di Godego, l'imbianchino Riccardo Bonaldo, 44 anni, che venerdì sera alla guida ubriaco, ha travolto e ucciso in via Muson dei Prai il castellano Davide Zandonà. L'udienza di convalida si è tenuta ieri mattina in tribunale a Treviso davanti al giudice Umberto Donà che ha accolto la richiesta del pm Iuri De Biasi, mentre la difesa - rappresentata dall'avvocato Giuseppe Pio Romano - aveva sollecitato la più lieve misura dell'obbligo di firma. «Pagherò quello che devo pagare», ha detto Bonaldo che in aula ha ricostruito i drammatici momenti dell'incidente. «E' vero, avevo bevuto - ha ammesso l'uomo - due birre durante il lavoro e poi quattro spritz in due bar della zona - E stavo correndo forte. Ho iniziato il sorpasso con la mia Multipla quando ho visto l'auto arrivare in senso opposto. Sono rientrato, ma ho tamponato la Kangoo e poi ho investito il ciclista».


Sono momenti drammatici. «Ho avuto paura, mi sono fatto prendere dal panico e sono scappato. Ho imboccato una traversa a destra, ma la strada era chiusa. Allora sono tornato indietro, verso l'incidente. C'era ferma molta gente e ho visto un'auto che si era messa di traverso per sbarrarmi la strada». Bonaldo teme il linciaggio e decide di continuare la fuga anziché fermarsi a prestare soccorso: «Avevo paura ed ero completamente sotto choc: sono corso a casa». Ed è a letto che lo trovano poco dopo i carabinieri, facendo scattare gli arresti per i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso.


L'uomo, inoltre, risulta positivo all'alcoltest: 2,54 il tasso alcolico rilevato dagli investigatori, cinque volte più del limite. «Sono distrutto, ma pagherò per quello che ho fatto», ha dichiarato l'uomo. Parole di circostanza? L'avvocato Romano assicura di no, che Bonaldo ha iniziato un percorso di reale consapevolezza: «Sono andato a trovarlo un paio di volte in questi giorni - ha riferito il legale - è perfettamente consapevole della gravità di quello che ha fatto. Sono certo che d'ora in avanti non toccherà mai più un goccio di alcol». Dopo l'udienza, continua l'inchiesta da parte della Procura per accertare quanto effettivamente accaduto venerdì sera, sentendo tutti i testimoni. Qualcuno avrebbe parlato di altre persone nella Multipla e che Bonaldo potrebbe averle scaricate nella stradina laterale. I carabinieri stanno verificando tale possibilità, ma la circostanza è stata smentita dal conducente della Kangoo, dalla fidanzata di Bonaldo che lo aspettava a casa e dal diretto interessato. «Non c'è alcun riscontro in tal senso», precisano in Procura.

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