L’industria: l’energia ce la facciamo noi

Il consorzio Sum punta alla gestione diretta di impianti produttivi da fonti rinnovabili. Obiettivo: costi giù oltre il 10%
2009, Germany --- Rows of solar panels reflecting the sky --- Image by © Micha Pawlitzki/Corbis
2009, Germany --- Rows of solar panels reflecting the sky --- Image by © Micha Pawlitzki/Corbis

di FABIO POLONI

Gli imprenditori si fanno l’energia da soli. È il progetto di Servizi Unindustria Multiutilities (Sum): nata come gruppo d’acquisto per l’energia elettrica, oggi la società controllata dalle associazioni industriali di Treviso e Venezia punta alla gestione diretta di impianti di produzione. Ne sono già stati individuati alcuni: energia idroelettrica in Piemonte, da fonti eoliche e solari nel Sud Italia. Uno step di crescita naturale, in un certo senso. «È così», spiegano il presidente di Sum, Luciano Miotto, e l’amministratore delegato Stefano Malizia, «andremo a gestire direttamente una produzione da fonti rinnovabili pari a cento milioni di kilowatt/ora».

L’obiettivo è chiaro, ed è il filo conduttore di tutta l’attività di Sum: fornire alle imprese associate energia a costi più bassi rispetto ai canali tradizionali. Nel settore delle utilities, la “creatura” degli industriali è seconda per fatturato solo al colosso Ascopiave. I numeri non sono rose e fiori: riduzione del volume d’affari del 12,3% (dovuta, precisano, a un calo del costo dell’energia) e indebolimento sia a livello di marginalità operativa che di risultato economico dell’esercizio (-34,2%). Fare utili, però, non è la . mission dell’azienda: «Il vero obiettivo è fornire prezzi più favorevoli possibile alle nostre imprese associate», dicono Miotto e Malizia.

Dal 2000, anno in cui si è attuata la liberalizzazione voluta dall’allora ministro Pierluigi Bersani, il mercato elettrico «si è notevolmente evoluto, maturando verso forme di contrattazione più complesse e avvicinandosi ai mercati più maturi delle altre commodities. Per questo motivo, il mercato elettrico premia chi sa gestire il rischio delle oscillazioni, approvvigionandosi attraverso molteplici operazioni, distribuite in momenti differenti. Noi ci poniamo sul mercato sfruttando tutte le opportunità che presenta, superando la logica in cui si “subisce” la fornitura». Mediamente una piccola-media impresa riesce a ottenere risparmi fino al dieci per cento grazie all’intermediazione di Sum, ma in circostanze particolari si può anche riuscire a fare di meglio.

Oggi le aziende clienti di Sum sono quasi 700, ma uno dei punti di forza è che la distinzione tra cliente e socio è sfumata: il controllo societario è totalmente delle associazioni di categoria, con due quote del 37,5% rispettivamente in mano a Unindustria Treviso e Confindustria Venezia, e il rimanente 25% di proprietà del Consorzio Unindustria Multiutilities, nucleo originario di Sum.

Il consorzio ci tiene a sottolineare il concetto di «trasparenza», ovvero «dare in ogni momento un valore al portafoglio in gestione e consentire alle aziende di verificarlo costantemente attraverso il software Epo, “electricity performance optimizer”, che mette a disposizione i dati dei consumi in tempo reale, li eleva a valore e ne prepara le previsioni per i mesi a venire, consentendo all’azienda di modificare tali previsioni o di simulare l’impatto di scelte produttive sui costi dell’energia elettrica». «Facciamo i grossisti per le imprese», dice Miotto, «ma al tempo stesso cerchiamo di lavorare sul concetto di risparmio ed efficienza energetica: da lì arriva il vero risparmio economico, anche del 15-20% per le imprese».

Forse sul fronte dell’“educazione” energetica nascerà un’azienda dedicata, un vero e proprio energy advisor: «Vediamo: per il momento l’obiettivo di puntare al risparmio energetico è chiaro, ora cerchiamo la strada migliore per raggiungerlo», conclude Miotto.

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