Leggende, riti e dei: a Conegliano un viaggio in Egitto verso l’immortalità

La mostra a Palazzo Sarcinelli di Conegliano dal 23 ottobre al 6 aprile con reperti originali dal Museo di Firenze e un approccio scientifico

Marina Grasso
Il Museo Egizio di Firenze, dal quale provengono le 110 antichità che saranno esposte a Conegliano
Il Museo Egizio di Firenze, dal quale provengono le 110 antichità che saranno esposte a Conegliano

Gli antichi egizi concepivano la morte come l’inizio della trasformazione dell’anima del defunto in una forma diversa di vita, per cominciare la quale era necessario che l’involucro materiale dell’anima stessa arrivasse però in modo riconoscibile nel mondo dei morti.

Per questo, fin da tre millenni prima nella nascita di Cristo, nel regno dei Faraoni si cominciò ad affinare la pratica dell’imbalsamazione, lungo e preciso rituale dapprima riservato solo ai sovrani e poi estesosi ai dignitari di corte, così come l’uso di accompagnare i corpi con amuleti che li proteggessero.

Di questo racconterà a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, dal 23 ottobre al 6 aprile, “Egitto. Viaggio verso l’immortalità”, mostra a cura dall’egittologa Maria Cristina Guidotti, direttrice del Museo Egizio di Firenze. Ed è proprio dal Museo fiorentino che provengono tutte le 110 antichità dell’esposizione ideata da Contemporanea Progetti e organizzata da Artika e CP in collaborazione con la Città di Conegliano: mostra che si aggiunge alle molte recente dedicate alla civiltà egizia, ma che nelle sue cinque sezioni tematiche analizzerà con un taglio scientifico circa 2000 anni di storia esplorando questo particolare aspetto.

Il percorso espositivo proporrà originali mummie di 3000 anni fa, stele funerarie finemente incise, sculture in legno e bronzo, monili in oro e amuleti a forma di occhi wdjat (l’occhio del dio falco Horo), scarabei alati, vasi canopi, casse canopiche riccamente dipinte, sarcofagi e maschere funerarie.

Un mondo di simboli e corredi presentato accanto alle statue degli dei del regno dei morti ed anche da emblematiche curiosità, come il sarcofago arrivato a Firenze nel 1765, contenente una piccola “pseudomummia” apparentemente di un neonato, ma che la radiografia ha invece identificato come quello di un falco cui sono state date sembianze antropomorfe.

Perché tra quanto racconteranno reperti in mostra, tra i quali alcuni scoperti da Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e da Ippolito Rosellini, considerato il padre dell’egittologia italiana, non mancheranno storie sorprendenti. Informazioni su www.artikaeventi.com.

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